sabato 29 ottobre 2022

ABATE JULIO: I 150 SALMI E I 44 PENTACOLI MAGICI

 


Per l’Abate Julio i particolari utilizzi dei Salmi non sono un qualcosa di estraneo alla tradizione religiosa, che vorrebbe vedere loro confinati in un ambito meramente devozionale, bensì un’intrinseca valenza dei medesimi, la quale è però fruibile solamente da quel cristiano che trova nella figura di Gesù Cristo il centro simbolico, morale e spirituale della propria vita. Quindi un utilizzo, a patto che sia rispettata la condizione di cui sopra, fruibile per chiunque a prescindere del proprio stato di religioso o laico e non ascrivibile ad operazioni magiche, ma spirituali. Per maggiore praticità è stato inserito il Salterio in latino usato dall'Abate Julio.
Nello studio dei Pentacoli scopriremo come ognuno di essi ha, come i Salmi del resto, una pluralità di associazioni ed è quindi evidente che non può essere strettamente associato ad un singolo Salmo, quanto piuttosto ad una particolare e personale supplica/richiesta/invocazione in essa raccolta. Da cui si deduce come un singolo Pentacolo potrà essere associato a più Salmi diversi, così come un Salmo potrà essere associato a più Pentacoli in guisa della necessità e della particolare inflessione dell’operatore. Un apposito paragrafo è dedicato alla benedizione e consacrazione dei Pentacoli.

CONTENUTO DEL LIBRO: INTRODUZIONE; L’ABATE JULIO; UTILIZZO DEI SALMI IN ORDINE ALFABETICO; UTILIZZO DEI SALMI IN ORDINE NUMERICO; I PENTACOLI; COME REALIZZARE I PENTACOLI; I 44 PENTACOLI; I 150 SALMI DELL’ABATE JULIO; COME OPERARE; IL LIBRO DEI SALMI DELL’ABATE JULIO

ABATE JULIO: I 150 SALMI E I 44 PENTACOLI MAGICI

UOMO ENTE MAGICO E LA PRATICA INTEGRALE

 


Questo libro non è una rivisitazione di “Uomo Ente Magico”, ma ne raccoglie l’esperienza e la proietta versa un più arduo traguardo: la rivelazione interiore! Vi sono sostanzialmente due differenze con Uomo Ente Magico:
La prima è da ricercarsi nella finalità di questo testo, il quale vuole offrire una prospettiva concreta e strutturata per permettere all’uomo e alla donna di autentico desiderio spirituale di entrare in contatto con il proprio Sé. La seconda è la sua natura al contempo organica e eterogena. Essa è organica in quanto desidera offrire un percorso strutturato che conduca il praticante verso quella Conoscenza (Gnosis) che è veicolo e forma di redenzione e che ogni uomo – titanicamente ed individualmente – deve conquistare. Essa è eterogena in quanto sono raccolti lavori personali rivisitati, corretti, plasmati ed amalgamati in una sinergica comunione con nuove elaborazioni frutto di anni di pratica.

Dobbiamo assolutamente ed inderogabilmente accettare che “conduciamo una vita inconsapevole e meccanica” e questa nostra ignoranza non solo ci preclude categoricamente ogni possibilità di ritorno alla dimora spirituale – riconciliati e reintegrati nelle nostre primordiali qualità spirituali – ma ci relega nella condizione di schiavi e di alimento per le potenze visibili e invisibili che dominano su questo nostro mondo illusorio e transeunte. Sono essi gli Arconti della tradizione gnostica, i Voladores, le Eggregore di questo mondo e le legioni demoniache delle varie religioni che trovano drammaticamente coagulo e corrispondenza nella nostra frammentaria e caotica struttura psicologica.
Sepolta nelle viscere di questi corpi grossolani, carnali, emotivi e psichici vi è l’anima spirituale o particola spirituale o Sé che anela - interrompendo il movimento oscillatorio del pendolo manifestativo - all’emersione definitiva; il Sé desidera ricongiungersi all’Eone del Pleroma corrispondente e ricomporre così la primitiva e perfetta sigizia. Tale anelito, tale desidero spirituale ed intimo, di un ritorno al Pleroma è osteggiato tramite varie forze, fra cui quella di opposizione e quella inerziale, dalle potenze che traggono utilità e diletto dalla nostra condizione di servi inconsapevoli. Solamente attraverso il titanismo interiore e la rivoluzione psicologica sarà possibile rompere tale servitù e liberarci in tal modo dal parassitismo energetico, che da ere infinite infesta l’uomo in ogni sua particola naturale e psichica.

INDICE: INTRODUZIONE; LO STATO DELL’ESSERE E L’AUTOSSERVAZIONE; LA PREPARAZIONE INTERIORE ED ESTERIORE; LA VOCE DEL CUORE; LA CONCETRAZIONE SUL RESPIRO; LE TRE ZONE ENERGETICHE; I CINQUE CENTRI; L’ENTROPIA LE PAROLE SACRE E LA RESPIRAZIONE; L’IMMAGINAZIONE E LA FANTASIA; LA SACRA IMMAGINIFICA GEOMETRIA; LA PRATICA COMPLESSA; L’OCCHIO INTERIORE; INTERMEZZO; LA LIBERAZIONE NELLA DISSOLUZIONE DELL’EGO; INTERMEZZO; UCCIDI LE DUE SORELLE PROSTITUTE; BIANCANEVE E I SETTE NANI; LO SCRITTORE ANALFABETA; L’ASSEDIO DELLA CITTADELLA; L’ATTORE SUL PALCOSCENICO; LA PREGHIERA DELL’ATEO; LA LOTTA FRATRICIDA; LA PRATICA PENTAGRAMMATICA; LE PRIVAZIONI LA STRADA CASUALE; IL BALLO DELLA MARIONETTA; SORELLA MORTE INTERMEZZO; LA POSIZIONE UROBORICA; KHECHARI MUDRA; LA PRATICA IL VAJROLI MUDRA; IL COLPO DIRETTO; CONCLUSIONE

Abbot Julio's legacy: the power of the Psalms

 


The Psalms are gathered here in an easily accessible form, along with their content, blessing effect, areas of application. Abbot Julio stressed the importance and the power of prayer, essential to us to resist Evil influences and avoid misfortune: a medium to attract positive energies and good luck.
We are speaking about an ancient practice, included in numerous traditions; the Psalmist acts like a powerful magical catalyst, with the clear intention of accumulating and channeling the spiritual and magical substance embedded in the hymns, a kind of energy that is growing in power over the millennia.
We compiled a short vademecum providing usage instructions for each Psalm (in numerical order) and showing its connection (in alphabetical order) to a specific request/supplication. Along with every prayer/supplication we indicated the most suitable Psalm (whole original text in Latin).

Abbot Julio's legacy: the power of the Psalms

giovedì 10 febbraio 2022

Quando la peste bubbonica colpì Ginevra nel 1530


“Quando la peste bubbonica colpì Ginevra nel 1530, tutto era già pronto. Fu persino aperto un intero ospedale per gli appestati. Con medici, paramedici e infermieri. I commercianti contribuivano, il magistrato dava sovvenzioni ogni mese. I pazienti davano sempre soldi, e se uno di loro moriva da solo, tutti i beni andavano all’ospedale. 

Ma poi è successo un disastro: la peste andava spegnendosi, mentre le sovvenzioni dipendevano dal numero di pazienti. Non esisteva questione di giusto e sbagliato per il personale dell’ospedale di Ginevra nel 1530. Se la peste produce soldi, allora la peste è buona. E poi i medici si sono organizzati. All’inizio si limitavano ad avvelenare i pazienti per alzare le statistiche sulla mortalità, ma si sono presto resi conto che le statistiche non dovevano essere solo sulla mortalità, ma sulla mortalità da peste. Così cominciarono a tagliare i foruncoli dai corpi dei morti, asciugarli, macinarli in un mortaio e darli agli altri pazienti come medicina. Poi iniziarono a spargere la polvere sugli indumenti, fazzoletti e giarrettiere. Ma in qualche modo la peste continuava a diminuire. A quanto pare, i bubboni essiccati non funzionavano bene.

I medici andarono in città e di notte spargevano la polvere bubbonica sulle maniglie delle porte, selezionando quelle case dove potevano poi trarre profitto. Come scrisse un testimone oculare di questi eventi, “questo rimase nascosto per qualche tempo, ma il diavolo è più preoccupato di aumentare il numero dei peccati che di nasconderli.” In breve, uno dei medici divenne così impudente e pigro che decise di non vagare per la città di notte, ma semplicemente gettò un fascio di polvere nella folla durante il giorno. Il fetore saliva al cielo e una delle ragazze, che per un caso fortunato era uscita da poco da quell’ospedale, scoprì cosa fosse quell’odore. Il medico fu legato e messo nelle buone mani degli ‘artigiani’ competenti. Hanno cercato di ottenere più informazioni possibili da lui. Comunque, l’esecuzione è durata diversi giorni. Gli ingegnosi ippocrati venivano legati a dei pali su dei carri e portati in giro per la città. Ad ogni incrocio i carnefici usavano pinze arroventate per strappare loro pezzi di carne. Venivano poi portati sulla pubblica piazza, decapitati e squartati e i pezzi venivano portati in tutti i quartieri di Ginevra. L’unica eccezione fu il figlio del direttore dell’ospedale, che non prese parte al processo ma spifferò che sapeva come fare le pozioni e come preparare la polvere senza paura di contaminazione. Fu semplicemente decapitato ‘per impedire la diffusione del male’”.

François Bonivard, Cronache di Ginevra, secondo volume, pagine 395 – 402 –

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François Bonivard (o Bonnivard ; 1493–1570) era un nobile, ecclesiastico, storico e patriota ginevrino al tempo della Repubblica di Ginevra


mercoledì 26 gennaio 2022

L’Operatività Martinista attraverso le Dieci Preghiere del Filosofo Incognito

 


“La nostra preghiera potrebbe trasformarsi in un'invocazione attiva e perpetua, e invece di dire questa preghiera, potremmo eseguirla e attuarla in qualsiasi momento, preservando e guarendo continuamente noi stessi.» (Louis-Claude de Saint-Martin, Le Nouvel homme.)



Il presente testo non ha come funzione quella di offrire delle riflessioni, per quanto argute e accattivanti, attorno alle “Dieci Preghiere” del Filosofo Incognito e neppure vuole confinarsi nella ridotta del perimetro martinista, bensì ambisce ad essere un fruibile manuale di fattiva e laboriosa Opera Interiore. La quale, nella semplicità e ricchezza dello strumento proposto, è rivolta a tutti coloro che senza preconcetti e con entusiasmo anelano a prendere contatto con quella scintilla sacra che in ognuno dimora. Sarà quindi un utile viatico per quei fratelli e quelle sorelle martinisti che desiderano approfondire l’opera divulgativa del Filosofo Incognito e infonderla nella loro pratica quotidiana di arricchimento della mente e nobilitazione dell’anima. Al contempo, avendo natura pubblica, è rivolta a tutti coloro che desiderano un solido supporto tradizionale che sappia essere anche moderno e semplice strumento impegno quotidiano.

D'altronde l’essenza della pratica non risiede tanto negli strumenti impiegati e nella loro classificazione, quanto piuttosto nella comprensione di come essi debbano rappresentare un corpo operativo coeso e congruo con gli obiettivi preposti ed esposti, che nel nostro caso non afferiscono tanto ad un generico avanzamento o perfezionamento dell’uomo – sorvoliamo poi sull’assurdità del progresso dell’umanità – quanto piuttosto nel servizio del “Culto Divino”; tema questo assai caro al Filosofo Incognito e al suo maestro Martines de Pasqually e al quale a tutti gli uomini di autentico desiderio deve essere dato modo di partecipare.


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lunedì 6 dicembre 2021

L'Indemoniato dei Gerasèni


 “Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. 2Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. 3Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, 7e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». 9E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». 10E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. 11Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. 12E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.” (Marco 5,1-13)

È sostanzialmente su questi pregnanti ed evocativi passi - dove al cospetto di Gesù giunge un indemoniato e l’esorcismo ha così inizio - che trova fondamento la pratica dell’esorcismo all’interno del perimetro rituale della Chiesa Cattolica. Oltre al valore probatorio, questo racconto evangelico assume particolare importanza in quanto ci offre alcuni elementi che inquadrano i segni, gli effetti e la struttura dell’esorcismo. Essi possono essere così classificati:

1. Caratteristiche dell’indemoniato: 

a) Vaga solitario per luoghi desolati e dedicati alla morte. Questi luoghi erano visitati dagli antichi ebrei solamente in particolari giorni e compiendo una serie di piccoli rituali, fra cui la deposizione di una pietra sul sepolcro. L’agire dell’uomo, il suo compiere atti sacrileghi, è un chiaro indizio di possessione. 

b) Rompendo le catene e i ceppi dimostra una forza sovrumana. E’ anch’essa una chiara prova  di possessione: Una dimostrazione di forza eccessiva (l’energumeno). 

c) È l’indemoniato che va incontro a Gesù e lo riconosce come figlio di Dio. È questa una chiara prova di possessione: Conoscere cose occulte o segrete. 

d) L’indemoniato compie atti lesivi della propria integrità fisica. E’ questo un ulteriore indizio di possessione.

2. La psicologia e la necessità del demonio: 

a) iniziale atteggiamento di sfida, che si manifesta nel suo cercare Gesù. 

b) la supplica, il dimostrarsi umile e sofferente, affinché non sia scacciato dal corpo dell’uomo. 

c) la necessità di un altro corpo dove installarsi.

3. L’esorcismo schema: 

a) Reiterata richiesta imperativa  di lasciare il corpo del posseduto.

b) Richiesta di conoscere il nome del Demonio. Su questo punto è interessante la riflessione conseguente: se è vero che il demonio conosceva il nome e la natura di Gesù, è altrettanto vero che Gesù non conosceva il nome del demonio. Da cui discende che Gesù, in quanto uomo, non era onnisciente (tale qualità/potere è una prerogativa divina). 

c) Il nome del demonio è “Legione”. Questo ad indicare una molteplicità di spiriti impegnati nella possessione del corpo; infatti una possessione può anche non essere frutto dell’azione di un unico demone, ma avvenire attraverso una compartecipazione di più agenti di prevaricazione.

d) I demoni, quando sono scacciati, giungono a possedere un branco di porci  (i quali nella tradizione biblica sono ritenuti animali altamente impuri). Tale accadimento vuole anche sottolineare come il momento della “liberazione” rappresenti al contempo una vittoria, ma anche un potenziale pericolo: il demonio cercherà immediatamente un nuovo corpo dove installarsi e perpetuare a questo modo la sua azione di sovversione (o in altra visione essendo ente che necessita di energie vitali, per insistere su questo piano, cercherà un altro essere vivente da parassitare). Volendo scendere in maggior dettaglio e profondità di analisi si rivela come sia necessaria l’esistenza di un simulacro (qui inteso come parvenza di un corpo da possedere) al fine di imprigionare in esso il demone o i demoni e poi procedere alla distruzione del medesimo. Questa pratica è presente, come vedremo, nell’esorcismo tibetano. Vi sono delle pratiche di esorcismo che prevedono l’utilizzo di uno specchio posto davanti all’indemoniato, in modo tale che al momento della “liberazione” il demone confuso si slanci verso lo specchio pensando di possedere un nuovo corpo. Lo specchio consacrato sarà così porta per ricacciare il demone nell’inferno (o piano dimensionale di provenienza).

I LIBRI DEI SALMI