lunedì 6 dicembre 2021

L'Indemoniato dei Gerasèni


 “Intanto giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. 2Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. 3Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, 7e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!». 9E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti». 10E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. 11Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. 12E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.” (Marco 5,1-13)

È sostanzialmente su questi pregnanti ed evocativi passi - dove al cospetto di Gesù giunge un indemoniato e l’esorcismo ha così inizio - che trova fondamento la pratica dell’esorcismo all’interno del perimetro rituale della Chiesa Cattolica. Oltre al valore probatorio, questo racconto evangelico assume particolare importanza in quanto ci offre alcuni elementi che inquadrano i segni, gli effetti e la struttura dell’esorcismo. Essi possono essere così classificati:

1. Caratteristiche dell’indemoniato: 

a) Vaga solitario per luoghi desolati e dedicati alla morte. Questi luoghi erano visitati dagli antichi ebrei solamente in particolari giorni e compiendo una serie di piccoli rituali, fra cui la deposizione di una pietra sul sepolcro. L’agire dell’uomo, il suo compiere atti sacrileghi, è un chiaro indizio di possessione. 

b) Rompendo le catene e i ceppi dimostra una forza sovrumana. E’ anch’essa una chiara prova  di possessione: Una dimostrazione di forza eccessiva (l’energumeno). 

c) È l’indemoniato che va incontro a Gesù e lo riconosce come figlio di Dio. È questa una chiara prova di possessione: Conoscere cose occulte o segrete. 

d) L’indemoniato compie atti lesivi della propria integrità fisica. E’ questo un ulteriore indizio di possessione.

2. La psicologia e la necessità del demonio: 

a) iniziale atteggiamento di sfida, che si manifesta nel suo cercare Gesù. 

b) la supplica, il dimostrarsi umile e sofferente, affinché non sia scacciato dal corpo dell’uomo. 

c) la necessità di un altro corpo dove installarsi.

3. L’esorcismo schema: 

a) Reiterata richiesta imperativa  di lasciare il corpo del posseduto.

b) Richiesta di conoscere il nome del Demonio. Su questo punto è interessante la riflessione conseguente: se è vero che il demonio conosceva il nome e la natura di Gesù, è altrettanto vero che Gesù non conosceva il nome del demonio. Da cui discende che Gesù, in quanto uomo, non era onnisciente (tale qualità/potere è una prerogativa divina). 

c) Il nome del demonio è “Legione”. Questo ad indicare una molteplicità di spiriti impegnati nella possessione del corpo; infatti una possessione può anche non essere frutto dell’azione di un unico demone, ma avvenire attraverso una compartecipazione di più agenti di prevaricazione.

d) I demoni, quando sono scacciati, giungono a possedere un branco di porci  (i quali nella tradizione biblica sono ritenuti animali altamente impuri). Tale accadimento vuole anche sottolineare come il momento della “liberazione” rappresenti al contempo una vittoria, ma anche un potenziale pericolo: il demonio cercherà immediatamente un nuovo corpo dove installarsi e perpetuare a questo modo la sua azione di sovversione (o in altra visione essendo ente che necessita di energie vitali, per insistere su questo piano, cercherà un altro essere vivente da parassitare). Volendo scendere in maggior dettaglio e profondità di analisi si rivela come sia necessaria l’esistenza di un simulacro (qui inteso come parvenza di un corpo da possedere) al fine di imprigionare in esso il demone o i demoni e poi procedere alla distruzione del medesimo. Questa pratica è presente, come vedremo, nell’esorcismo tibetano. Vi sono delle pratiche di esorcismo che prevedono l’utilizzo di uno specchio posto davanti all’indemoniato, in modo tale che al momento della “liberazione” il demone confuso si slanci verso lo specchio pensando di possedere un nuovo corpo. Lo specchio consacrato sarà così porta per ricacciare il demone nell’inferno (o piano dimensionale di provenienza).

I LIBRI DEI SALMI

 












domenica 5 dicembre 2021

LA RIVELAZIONE GNOSTICA

 


Possiamo definire “La Rivelazione di Adamo” e la “Parafrasi di Sem” due testi paradigmatici del modello gnostico; in essi sono presenti tutti i classici elementi che contraddistinguono lo gnosticismo, sia rispetto alla tradizione veterotestamentaria sia rispetto a quella cristiana. In entrambi gli scritti sono presenti due elementi di indubbio interesse ed indicativi del particolare ambiente che ha prodotto i testi. Il primo è l’assenza esplicita del Cristo, la narrazione – specialmente nella “Rivelazione di Adamo” – scorre tratteggiando di potenze superiori non ascrivibili al contesto cristiano, e questo lascerebbe aperta la porta all’esistenza di uno gnosticismo precedente al cristianesimo e insito all’interno della tradizione religiosa ebraica. L’altro elemento caratterizzante è rappresentato dalla presenza di interpolazioni con tradizioni mitologiche e religiose che esulano dall’abituale contesto in cui si sviluppa lo gnosticismo; abbiamo elementi afferenti la tradizione greca e romana, e nomi di potenze che non si ravvisano in altri testi gnostici. Tutto questo lascia supporre la particolarità degli ambienti che hanno espresso le due narrazioni, ambienti forse afferenti ad ebrei ellenizzati
I due testi sono frutto di una ragionata traduzione, integrata da oltre 135 note a commento e accompagnata da un saggio personale in merito alla funzione della memoria nello gnosticismo.

ATTI DI TOMMASO APOSTOLO IN TERRA D'INDIA

 



Gli Atti di Tommaso non rientra propriamente nel novero dei testi gnostici, bensì in quella ampia categoria che sono gli apocrifi del Nuovo Testamento. La distinzione, fra gnostico ed apocrifo, concerne non tanto la loro collocazione rispetto al novero dei testi sacri della religione cattolica, in quanto entrambi si trovano esterni da detto insieme, quanto piuttosto dal contenuto, in essi raccolto, e dal pubblico a cui essi sono rivolti. I testi gnostici (per citare alcuni esempi: Il Vangelo di Filippo, la Pistis Sophia, il Vangelo di Giuda e l'Apocrifo di Giovanni) si presentano con un contenuto dove il simbolismo, l'allegoria e la componente mitologica sono in netta prevalenza rispetto all'insegnamento a carattere morale e profetico. Il testo è corredato di circa un centinaio di notte a carattere esplicativo e complementare


Per maggiori informazioni segui il link qui incluso

LA GNOSI E IL MONDO ARCONTICO


I tre testi, raccolti in questo libro e corredati di ricche note esplicative, sono riconducibili a quella scuola composita che è stata denominata Barbelognostica. I barbelognostici individuavano nell’elemento femminile del divino, la cui prima espressione era la Barbelo, quell’agente di movimento, discendente ed ascendente, causa e soluzione del dramma cosmico in cui è imbrigliato l’uomo gnostico. Un uomo dalla composita formazione e terra di scontro fra Arconti, Angeli, Demoni ed Eoni che si contendono, in un’eterna lotta cosmica, le stille di pneuma disperse nella creazione demiurgica. I testi oggetto di una nuova traduzione sono: 

1. IPOSTASI DEGLI ARCONTI 
2. SULL'ORIGINE DEL MONDO 
3. IL LIBRO SEGRETO DI GIOVANNI



L’ESORCISMO: Storia, Significato, Tradizione Iniziatica e Pratica

 


L’esorcismo era una pratica che sembrava quasi dimenticata ed avvolta fra le nebbie di un passato forse frettolosamente tacciato di superstizione e ignoranza, quando negli ultimi decenni - in concomitanza con la perdita di sicurezza sociale e le ansie per un incerto futuro - essa è tornata ad affascinare la mente di molti. E’ indubbio, e lo vediamo anche in questo frangente storico, come innanzi al frantumarsi delle sicurezze sociali e alle stentoree risposte delle leadership, una parte della società volga lo sguardo a quanto rimanda ad una visione alternativa, e nondimeno meno reale o irreale a seconda dei punti di vista, di quanto proposto dalle convenzioni culturali, scientifiche e morali comunemente accettate e proposte.
Ebbene fra le varie pratiche spirituali e religiose di ogni tempo e di ogni luogo, l’esorcismo rappresenta il mezzo di contrasto, la risposta attiva, dell’uomo nei confronti della prevaricazione dell’invisibile. Attraverso questo rituale, laborioso nella sua preparazione e complicato nel suo svolgimento, un sacerdote - o un uomo timorato di Dio - comanda ai demoni di lasciare il corpo del posseduto; quale maggiore espressione della potenza e della presenza dell’invisibile, e al contempo del potere che l’uomo ha su tale mondo sovrasensibile, che questa suggestiva azione rituale che magistralmente unisce preghiere, gesti di imperio e di comando, consacrazioni e riti di bando?

INDICE
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
CENNI STORICI ALL’ESORCISMO
I FONDAMENTI BIBLICI DELL’ESORCISMO CATTOLICO
LA SOSTANZA DELLA POSSESSIONE
CAMBION, PATTO COL DIAVOLO, ARS GOEZIA, MESSA NERA, SATANISMO E INTEGRAZIONE
MALLEUS MALLEFICARUM
L’ESORCISMO NELLE TRADIZIONI: Qmram, Ebraismo, Islam, Buddismo, Tradizione Giapponese, Induismo, Taoismo, La Chiesa Orientale, Luteranismo
DICHIARAZIONI DI ESORCISTI
ELEMENTI SIMBOLICI
SEGNI, GESTI E REQUISITI
SCHEMA GENERALE ESORCISMO CATTOLICO
DE EXORCIZANDIS OBSESSIS A DÆMONIO
EXORCISMUS IN SATANAM ET ANGELOS APOSTATICOS
SALMO 90/91
NELLA TRADIZIONE POPOLARE E IN QUELLA INIZIATICA
CONSIDERAZIONI FINALI
APPENDICE
I. FORMULE DI ESORCISMO
II. PREGHIERE AD USO PRIVATO DEI FEDELI CHE SI TROVANO A DOVER LOTTARE CONTRO IL POTERE DELLE TENEBRE
III. PASSI DEL VANGELO IN CUI SI NOMINA IL DEMONIO
IV. CROCE DI SAN BENEDETTO
V. SANT'ANTONIO DI PADOVA
VI. SURA LXXII AL-JINN (I DÈMONI)
VII. RINUNCIA A SATANA NEL BATTESIMO ANTICO
VIII. PREGHIERA DI LEONE XIII NELLE TRE VERSIONI
IX. NORME DA OSSERVARE CON CHI VIENE ESORCIZZATO
X. ANNELIESE MICHEL E LE CONFESSIONI DEL DIAVOLO
XI. LETTERA DI J.A. RATZINGER


ELETTI COHEN: LE QUATTRO PREGHIERE DELLE SEI ORE



Il libro qui proposto non è un testo che tratta di alchimia, e neppure di cabbala e neppure di teurgia. Esso squisitamente è un piccolo compendio di esercizi spirituali, offerti come viatico giornaliero ai “minori” impegnati nel loro servizio del Culto Divino. Non comprendere questo punto, cecare di aggirarlo con considerazioni che non trovano aggancio alcuno, significa semplicemente non aver compreso la forma e l’essenza del viatico Cohen; significa semplicemente mentire a se stessi e agli altri. Indubbiamente molti ingenui e sprovveduti si lasciano suggestionare dal testo alla base delle concezioni teurgiche degli Eletti Cohen, purtroppo una lettura ragionata de «Il Trattato sulla reintegrazione degli esseri nelle loro prime proprietà, virtù e potenze spirituali e divine» dovrebbe condurre a ben più limitati e concreti orizzonti rispetto a quello di essere un dio in terra. Martinez ci ricorda come questo anelito verso una potenza essenziale perduta, a causa dell’errore e della prevaricazione, è ben arduo cimento e si snoda attraverso fasi propedeutiche.
La prima è la riconciliazione dell’uomo con il divino e la seconda è il riposo all’ombra del Culto Divino che rappresenta, sostanzialmente, la vetta ed il completamento dell’Opera. Ecco quindi come poi l’intera forma e sostanza di questo Ordine si traduca non tanto nel ricercare un vago miglioramento intellettuale o morale del fratello e neppure nei poteri o doni su questo piano, bensì in quello spirito di devoto e continuato servizio da svolgersi in guisa degli strumenti predisposti per le varie classi; fra di essi purificazione, preghiera e sottomissione alla volontà divina sono onnipresenti.

A complemento del testo sono presenti tre paragrafi inerenti:
Via Cardiaca e Via Teurgica
Invocazione ed Evocazione
Martinès de Pasqually e gli Eletti Cohen

E' possibile trovare il libro al seguente indirizzo: ELETTI COHEN: LE QUATTRO PREGHIERE DELLE SEI ORE

lunedì 30 agosto 2021

Una notte in montagna


Ho vissuto la notte appena trascorsa accampato in montagna, sulla vetta di un monte a me prossimo che domina la piana fra Lucca e Pisa. Sono giunto presso la tavola irta di pietra e dominata dalla Croce poco prima del tramonto, appena in tempo per alzare la tenda.

La difficoltà, che sempre aguzza l'ingegno e tempra il carattere, di cadenzare i giusti tempi dell’ascesa, è stata propedeutica a quella di individuare il luogo maggiormente adatto: privo di pietre, spianato e che offrisse un qualche riparo dal vento che sapevo che presto mi avrebbe fatto visita, reclamando la giusta attenzione. Il vento è quell’intermezzo che separa la Luce dalle Tenebre. Trovato il luogo, sgombrato dalle residue pietre, ripulito da rovi, ho disposto la tenda sul terreno e i sei picchetti e i due paletti hanno dato forma e sostanza al mio rifugio. Dei sassi sono stati disposti a dar rinforzo e stabilità al perimetro.

Ho poi guardato il declinare del Sole, lentamente ma inesorabilmente, verso ovest: era accompagnato dal diradarsi dei rumori della quasi assente fauna diurna. Al contempo dalla piana vedevo accendersi le prime luci: bianche file geometriche segnavano le strade, punti sulla piana le abitazioni e intermittenti bagliori le auto che sfrecciavano. 

Mi sono recato alla tenda, ho cenato con un uovo sodo, qualche galletta di riso, del tonno e poi sono entrato nella tenda, quando la notte oramai era giunta al limitare dell’accampamento. Ho chiuso le due cerniere – quella esterna e quella interna – della tenda, mi sono accomodato sul materassino, ho poggiato la testa sul guanciale gonfiabile ed ho attesa. 

Ho provato stupore nel constatare come le tenebre fossero maggiormente abitate che le ore diurne, e ho appreso come la progressione che conduce al tramonto, alla serra e dalla sera alla notte sia scandita dal risveglio e dall’azione di diversi animali. Prima il frusciare circospetto di qualche roditore a caccia di grilli, poi il sopraggiungere dei rapaci ed infine il grufolare di un cinghiale. Altri rumori erano indistinti, così nel dormiveglia ho attraversato la sera e uno spicchio di luna infondeva una tenue luce che filtrava dalla tela. 

E il mattino fu preannunciato dal silenzio di tutti gli abitanti della notte; è buffo essere svegliato dal silenzio, ma accade anche questo. 


Ho aperto la tenda, ho visto l’orologio – o meglio il Garmin, ma cosa lo dico a fare, che è altra cosa rispetto ad un orologio – e ho natato che c’erano ancora 50 minuti all’alba. L’aria era freddissima, ho approfittato per fare colazione (galletta di riso, burro, caffè caldo, marmellata) ho smontato la tenda e riposto tutto nello zaino (l’arte di fare lo zaino dovrebbe essere insegnata a tutti i bambini) e sono andato a godere dell’aurora. Ho visto ad Est il blu scuro stingersi verso più tenue tinte e la linea dell’orizzonte screziarsi a poco a poca di colori pastello. Infine è sorto il Sole, prima un puntino rosso ha fatto capolino circondato da un giallo inteso e pastoso, successivamente – sempre più grande – ha iniziato a salire. L’aria è divenuta calda, è stato un ottimo momento per gli esercizi di ricarica energetica e la preghiera interiore. Quando ormai tutto era compiuto ho iniziato la discesa, fino alla cosiddetta civiltà. Subito il rumore, la frenesia, l’inutile affaticarsi di una brulicante umanità malata nella mente e nell’animo.



lunedì 12 luglio 2021

Chiapporato il borgo fantasma (i luoghi della memoria)

 

11 Luglio 2021


Sono giunto a Chiapporato (856 metri sul livello del mare) disabitato - ma non troppo - borgo del comune montano di Camugnano (BO), le cui coordinate sono: 44,09447° N e 11,06755° E. Il gruppuscolo di case si trova sulle pendici del monte Calvi, al confine fra Emilia Romagna e Toscana. Completamente immerso nei suggestivi panorami appenninici, è possibile raggiungerlo da almeno quattro percorsi.

Provenendo dall'eremo del viandante - oggi abbandonato -la mia discesa verso Chiapporato si è svolta sul sentiero CAI 21/A.  Essendo il dislivello, fra il mio punto di partenza e quello di arrivo, di circa 300 metri e il percorso di una ragionevole estensione, ho trovato una pendenza - specie nell'immancabile risalite - decisamente significativa. Alcuni passi sono particolarmente insidiosi, causa il ghiaisco che copre alcuni tratti del sentiero e le foglie morte che si sono accumulate nei tratti maggiormente tortuosi.

Storia

Abitato fino al 2013 da solo due persone, madre e figlia, che vivevano con l'allevamento di conigli, pecore e galline, le uniche rimaste di una famiglia di pastori. Il 4 marzo 2014 il Resto del Carlino riporta la notizia della scomparsa a 88 anni di Zelia Guidoni, "unica abitante del borgo di Chiapporato". Successivamente la figlia si trasferì nel vicino paese di Castiglione dei Pepoli, lasciando così il borgo disabitato. (fonte wikipedia) 

All'interno di un'abitazione, oltre ad un giornale del 1988, ho trovato il calendario appeso dell'anno 2013, a testimonianza dell'ultimo abitante del borghetto.  Se quella fino adesso riportata è la storia asciutta di Chiapporato, vorrei adesso offrire alcune note capaci di condurci ai confini della realtà. La nostra storia ha inizio con un pastore, un uomo di montagna, che amava leggere libri di avventura. Fra tutti questi libri prediligeva "i tre moschettieri" (Les trois mousquetaires)  scritto dal francese Alexandre Dumas. Al momento della nascita del figlio - indeciso se chiamarlo Athos, Porthos e Aramis - optò per Adumas: in quanto quel misero puntino che separava l'iniziale del nome dal cognome dell'autore, era di ben misera importanza. Adumas conobbe Zelia, si sposarono ed ebbero una figlia. Dovendo andare a registrarla all'anagrafe di Castiglion dei Pepoli, su di un giornale lesse la storia del caso "Montesi" e decise che sua figlia dovesse chiamarsi Vilma. La vita di Adumas ebbe termine in una notte di tempesta e neve: quando dovendo raccogliere le bestie, trovò la morte per congelamento. Ma la nostra storia non finisce qui, anzi forse inizia adesso. Francesco Guccini giunge al paese di Chiapparoto e visitandone il cimitero rimane colpito dal nome di Adumas. Decide, assieme al giallista Loriano Macchiavelli di realizzare un romanzo - sospeso fra fantasia e realtà - dal nome Malastagione e di cui riporto alcuni passaggi: "Nel bosco di castagni che domina Casedisopra, minuscolo paese dell’Appennino tosco-emiliano, il vecchio Adùmas se ne sta appostato in attesa della preda, quando poco lontano spunta una bestia come non ne ha mai viste: un cinghiale con un piede umano tra le fauci. I paesani, convinti che il vecchio abbia alzato troppo il gomito, sono subito pronti a schernirlo… Tutti, tranne Marco Gherardini, detto Poiana, ispettore della forestale, che nonostante la giovane età sa bene quanti segreti possa nascondere la terra scura sotto i castagni. E poiché anche un forestale può occuparsi di delitti, quando il crimine si fa largo nei suoi territori, Poiana comincia a indagare attorno al caso del cadavere privo di un piede che forse giace in mezzo al bosco. Ma gli tocca scoprire subito che le relazioni e gli affari tra i notabili del luogo creano un groviglio di interessi più pericoloso e inestricabile di un roveto. E l’incendio che divampa nel castagneto sembra provocato ad arte per cancellare tracce importanti…"

Ed io? Nel finire di una domenica di giugno, trovandomi a camminare per i saliscendi del Monte Calvi e la Croce di Geppe, incontro un'escursionista amante della storia del luogo. Mi narra di una casa che dovrei aver trovato lungo il sentiero, di come questa sia stata recentemente acquistata da un impresario e che fosse appartenuta ad un certo Adumas. La storia mi colpisce, come tutte le storie che mi sono raccontate, e ringraziando torno sul mio sentiero. Qualche settimana dopo decido di scendere a Chiapporato e senza saperlo mi imbatto nella memoria di Adumas e della sua discendenza. Tutto acquista senso compiuto. La vita è come un anello montano, con fatica e sofferenza ti riconduce all'inizio del tuo pellegrinare e se sarai abbastanza attento troverai modo di ricomporre quel mosaico della tua e dell'altrui esistenza.







Sicuramente di enorme fascino, testimonianza di una presenza umana oggi ritirata, il borghetto presenta alcuni spunti di interesse quali: il forno del paesetto, una stufa in ghisa all'interno di un'abitazione e la chiesetta con annesso cimitero - abbandonato - annesso. La Chiesetta è stata restaurata nel 2005 e la canonica - anch'essa restaurata - è stata "occupata" o "abitata" se preferite da un simpatico quartetto di ragazzi francesi ed italiani.


Come giungere a Chiapporato: 

Chiapporato è un piccolo borgo fantasma nel comune di Camugnano. Si raggiunte, con tanta pazienza, tramite questi quattro percorsi:


1) dal Lago di Suviana, tramite il percorso praticabilissimo che si snoda da Stagno

2) dal Monte Calvi (sconsigliato) esiste una mulattiera difficilmente percorribile

3) da Fossato (comune di Vernio) sentiero CAI 21/A

4) dall'Eremo del Viandate (sentiero CAI 21/A) dislivello robusto, consigliate scarpe ed attrezzatura adeguata.


Appendice:

Intervista a Vilma Marchetti

martedì 29 giugno 2021

Il Sacro Femmineo Gnostico

 


Sono qui raccolti alcuni scritti, risalenti ai primi secoli dell’era cristiana, la cui centralità è simboleggiata dal principio femminile. E’ esso correttamente inteso ed esposto sia come l’ente che genera, nell’errore, il mondo sottostante al Pleroma e sia come elemento dinamico di ascesa, dell’umanità redenta, verso la beatitudine del Pleroma. È questo il dinamismo tipicamente presente nei modelli cosmogonici gnostici, dove la quiete è infranta dall’errore e dove la separazione viene sanata dalla conoscenza. Crinale fra questi due momenti è rappresento dalla “chiamata”, dalla rivelazione di una verità superiore, che è al contempo veicolo e forma di redenzione. Questa verità è duplice, in quanto da un lato rivela all’uomo gnostico i motivi della sua sofferenza, della sua prigionia nel mondo demiurgico, e dall’altro mostra quello stato di regalità primitiva perduta. Come vedremo negli scritti proposti la rivelazione giunge attraverso l’insegnamento “segreto”, intimo e profondo, che l’Eone Cristo impartisce ai suoi discepoli. Essi rappresentano una generazione, un tipo d’uomo, diversa da quella carnale, in quanto nei pneumatici alberga una scintilla di Spirito, sovente simboleggiato da una goccia, che è stata influsso in loro dai regni sovrastanti il mondo demiurgo. La rivelazione si articola in una serie di insegnamenti, che in un fiorire di immagini, formano la ricca trama che unisce l’uomo carnale, l’uomo pneumatico, gli arconti, il demiurgo, la Sophia, gli Eoni, i piani creati, i piani emanati, il Pleroma e la Sorgente del Tutto.

E' possibile trovare il libro al seguente indirizzo: Il Sacro Femmineo Gnostico

martedì 8 giugno 2021

un malato - reale o immaginario - è una ricchezza sociale!


Onestà interiore! Cerchiamo di essere intellettualmente e psicologicamente presenti a noi stessi. 

La storia dell'uomo ci insegna come la molla della sua "evoluzione" sia il "soddisfacimento del bisogno". Ai bisogni fondamentali (cibo, riproduzione, sicurezza da morte violenta o di stenti) si sono via via aggiunti nuovi bisogni a carattere sociale o individuale. Il passaggio da solitari raccoglitori ed occasionali cacciatori, a strutture comunitarie ed infine a società via via più "complesse" dimostra tale progressione. Oggi, nel mondo "sviluppato", il tessuto connettivo e sanguineo della società - necessariamente indifferenziata o meglio polverizzata a sommatoria di onanistici individui - è l'economia nelle sue varie forme ed articolazioni. Un tempo erano i grandi ideali che indirizzavano i popoli, oggi è più semplice orientare l'umanità attraverso lo spread, il moltiplicatore monetario e l'accesso al credito/debito. La pianificazione sociale è una questione di liquidità monetaria. E la liquidità monetaria si sorregge sui bisogni; i quali sono, oggi, sempre più labili, effimeri e artefatti, da cui consegue che i "prodotti" tesi alla loro soddisfazione sono sempre più immateriali e con un valore aggiunto non legato alla produzione, ma al percepito.

Negli ultimi decenni, abbiamo due problemi: non vi sono bisogni legati alla sfera produttiva da soddisfare e  la competizione sui costi di produzione e distribuzione hanno minato l'architettura post seconda guerra mondiale del sistema economico. 

Se osservate attentamente non abbiamo nuovi prodotti, ma in genere "innovazioni" di prodotti già esistenti; se osservate attentamente determinati prodotti hanno subito un aumento esponenziale dei prezzi al consumo. In genere questi sono beni non primari e non necessari, ma beni ad alto contenuto tecnologico (sovente made in USA o in CINA) e capaci di assorbire la liquidità e condizionare la spesa futura dei privati. Ancora possiamo osservare che identico trend è inerente all'acquisto del mattone - della casa - il quale è divenuto una leva per assorbire e condizionare le scelte di vita dei privati, delle famiglie. Le quali si ritrovano legate ad un mutuo per decenni e soggette a svalutazione - la casa non è un ATTIVO - della propria abitazione. 

Ma tutto questo è giunto al capolinea. Cosa fare allora? E' necessario inventare un nuovo "prodotto", che abbia cinque qualità. 

1. Consumatori indifferenziati, non soggetti a scelte basate su stilemi culturali, razziali, di genere o anagrafici.

2. Somministrazione ripetuta nel tempo, meglio se cadenzata in modo da poter gestire ed ottimizzare la produzione.

3. Un bisogno all'acquisto forte, e cose meglio della paura e dell'illusione che la vita si allunga?

4. Non sia replicabile dalla concorrenza, in quanto i brevetti, la conoscenza industriale e concettuale detenuta dai produttori (USA) non è ricostituibile da eventuali competitor. 

5. Imponga un rigido ordinamento e controllo sociale.

Ovviamente questo "prodotto" è in grado di ridisegnare l'economia mondiale. Vediamo l'orientamento di spesa degli Stati Nazionali condizionato dall'acquisto di questo prodotto, abbiamo la creazione di linee di distribuzione di questo prodotto, abbiamo il privilegiare determinate assunzioni nel pubblico rispetto ad altre, abbiamo l'economia privata riplasmata, abbiamo la nascita di nuove professionalità, abbiamo il diritto privato/pubblico/commerciale/e del lavoro che si uniforma alle nuove necessità, ecc...

Chissà di quale prodotto stiamo parlando? Non lo immaginate?

E' sempre bene ricordare che in una società come la nostra, un malato - reale o immaginario - genere maggior movimentazione sociale e distribuzione del reddito e creazione della ricchezza e controllo sociale di un sano. Triste verità, ma verità è!


lunedì 24 maggio 2021

“E IL LOGOS SI FECE CARNE"


 “E il Logos si fece carne" In questo testo Costant Chévillon offre una disamina dell'INNO AL LOGOS e con tratto profondo ne analizza le implicazioni filosofiche e spirituali. Costant Chévillon non era estraneo a temi e riflessioni propri della filosofia greca; questo Logos fecondo, che dona la vita, richiama la filosofia stoica ma anche il concetto di Demiurgo Platonico. Al contempo, nell’immagine delle Tenebre che cercano di sopraffare la Luce, e il non mischiarsi della seconda con le prime, riecheggia forte lo zoroastrismo, dove una precosmica lotta fra due irriducibili principi ha plasmato lo spazio, il tempo e il destino dell’uomo.

domenica 23 maggio 2021

LA PENTECOSTE

 


Veni, Sancte Spíritus, et emítte cǽlitus lucis tuæ rádium.”

Carissimi Amici e Amati Fratelli,
fra tutte le celebrazioni cristiane – le quali ricordo essere forme che raccolgono un simbolismo e una sostanza che travalica nel tempo e nello spazio la piana narrazione religiosa – quella della Pentecoste è a noi la più cara e significativa. E’ essa la più cara in quanto tramanda l'effusione dello Spirito Santo dei doni sapienziali, teurgici e terapeutici negli apostoli, in coloro che hanno vissuto e testimoniato l’insegnamento in una militante vocazione: tutto hanno abbandonato e tutto hanno sacrificato per portare la parola e quanto, ben oltre l’apparire, ivi custodito. Essa, la Pentecoste, è per noi significativa in quanto costituisce la genesi di un potere, o meglio di un novero di poteri, che infonde sostanza al cristianesimo stesso, il quale – altrimenti – altro non sarebbe che un insegnamento morale in larga parte desueto e vetusto. Per quanto concerne i nostri perimetri e la nostra prospettiva, essa ci ricorda che ogni cristiano – da non confondere questo termine con cattolico – può in ogni momento e senza intercessione alcuna di casta sacerdotale ricevere questi doni particolari. Ciò accade In forza della sua aderenza spirituale alla fonte prima; in forza del suo effettivo agire e del suo retto operare. Essa al contempo ci ricorda quella mistica unione (la catabasi dello Spirito e l’anabasi dell’Anima) tramandataci nel Nymphôn. Il Nymphôn era un sacramento gnostico, attraverso il quale l'anima dell'adepto veniva "sposata" nella camera nuziale celeste con un eone del Pleroma. In questo modo essa veniva guidata e condotta nel superamento delle insidie degli Arconti, e liberata quindi dal loro potere esercitato tramite i sensi del corpo. Possiamo sicuramente immaginare che tale pratica avvenisse all'interno di una complessa cerimonia simbolica e rituale, e fosse riservata a quei discepoli avanzati nei segreti della gnosi.
Ancora la Pentecoste ci impone di ricordare come il nostro perimetro sarebbe solamente un simulacro psichico, qualora in esso assente fosse la centralità del CULTO DIVINO e della discesa del fuoco spirituale rappresentato dal fuoco spirituale. Ecco perché in questo giorno particolare vi invito a meditare, in solitudine di animo, sulla congruità di voi stessi rispetto al sentiero intrapreso; a meditare sulla vostra reale comprensione dei pesi e delle misure che lo animano. I doni arriveranno non per tutti, ma per coloro che saranno raccolti con veri fratelli nell’attesa, nella preghiera, nella meditazione e all’ombra della riconciliazione.

Nuova Diodati: Atti 2,1-11 La discesa dello Spirito Santo 1 Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. 2 E all'improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. 3 E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. 4 Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. 5 Or a Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo. 6 Quando si fece quel suono, la folla si radunò e fu confusa, perché ciascuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua. 7 E tutti stupivano e si meravigliavano, e si dicevano l'un l'altro: «Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano? 8 Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua natìa? 9 Noi Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, 10 della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia che è di fronte a Cirene e noi residenti di passaggio da Roma, Giudei e proseliti, 11 Cretesi ed Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue!».

www.martinismo.net

mercoledì 19 maggio 2021

Louis-Claude de Saint-Martin e la Via della Preghiera

 

Louis-Claude de Saint-Martin e la Via della Preghiera. Il cammino verso il Tempio Imperituro.

È ben arduo scrivere di Louis-Claude de Saint-Martin (1743-1803), in quanto l’insegnamento che traspare dai suoi scritti è una medicina per l’anima assai indigesta per la mente dell’uomo e, soprattutto, dell’iniziato contemporaneo.

Tale discrepanza, fra la necessità di siffatto linimento e la repulsione che esso suscita in molti, è dettata fondamentalmente da due ordini di motivi. Il primo risiede nella natura squisitamente cristiana della narrazione, dei simboli, della morale e dell’insegnamento che Louis-Claude de Saint-Martin instilla, senza risparmiarsi, nei suoi scritti. Il secondo è da ricercarsi nella particolare presbiopia cognitiva che pare affliggere molti “iniziati” ed esoteristi contemporanei, i quali ricercano sempre quanto è maggiormente complicato e sottilmente artefatto, rispetto a quanto è semplice e utile per l’opera laboriosa a cui si dovrebbero sottoporre.

Ecco quindi, come pratiche quali la preghiera e la meditazione (che altro non è che una forma intensiva ed essenziale del pregare), siano considerate passive, inutili e frutto di un devozionalismo che non deve neppur sfiorare l’ombra dei loro paludamenti.

Ovviamente in ciò vi è un grande errore di metodo e di concetto. L’errore di metodo consiste nel non valutare come, necessariamente, anche il più sublime atto teurgico trovi propedeuticità nella preghiera e nella purificazione. L’errore di concetto, risiede nel considerare la preghiera un non-strumento legato al devozionalismo religioso.

Il Libro in numeri:
ISBN:
 9791280418012
Pagine: 168
Autore: Filippo Goti
Edizione: 2021
Formato: 14,8x21cm

FONTANA EDITORE

IL DEMIURGO DI RENE GUENON

 


“Le Démiurgè” è parte di una serie di articoli che, dal 1909, un giovane Guénon (1886-1951) pubblicò sotto lo pseudonimo di Palingénius sulla rivista da lui diretta “La Gnose”. E' questo un saggio che non tratta della figura del Demiurgo all’interno delle varie scuole dello gnosticismo, erroneo è il semplice ritenerlo, ma di uno scritto dove il Guénon espone la sua padronanza della metafisica orientale e, in particolare, dei testi di Adi Shankara. Adi Shankara ("colui che porta la felicità", uno degli epiteti di Shiva) fu maestro della scuola ortodossa Advaita Vedānta, commentatore delle Upanishad, del Brahma Sutra e della Bhagavad-Gita. La dottrina insegnata da Śaṅkara, conosciuta sotto l'espressione di "non dualità", cerca di indagare, percepire e comprendere il divino nella sua totalità, cercando di superare sia la dualità esistente fra osservatore ed osservato e sia quella tra Essere e Non-Essere.Il testo è qui presentato in una nuova traduzione, arricchito da numerose note esplicative e troviamo in appendice sia l’originale in francese e sia un breve saggio che tratta della figura del Demiurgo all’interno dello gnosticismo classico.

Edizioni KDP

lunedì 5 aprile 2021

Riflessioni di “Pasquetta”.

Carissimi amici vorrei spendere poche e modeste riflessioni attorno al significato di questa giornata. Mi si permetta, per meglio accompagnarvi lungo il sentiero che intendo intraprendere, una breve e propedeutica digressione. Nel vangelo di Luca è scritto: “Lc 21,29-33: “non passerà questa generazione prima che tutto avvenga” Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. ... Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.”

La generazione a cui si riferisce Gesù era quella degli apostoli, con una certa clemenza possiamo aggiungervi i loro discendenti di primo e secondo grado, ma risulta evidente a tutti noi che l’annunciazione del nuovo regno (quello di Dio) si è rivelato (a distanza di duemila anni) fallace. Basterebbe ciò per sostenere come una parte della narrazione imputata a Gesù, tramite i vangeli, sia fasulla. Ciò era ben presente anche alla mente dei Padri della Chiesa e dei Teologici, i quali sostennero che tutta la narrazione dovesse essere riletta in chiava allegorica (Figura retorica per mezzo della quale l'autore esprime e il lettore ravvisa un significato riposto, diverso da quello letterale.) Sapete, amici miei, chi furono i primi interpreti allegorici – oltreché simbolici – della narrazione “cristiana”? Furono i maestri delle scuole gnostiche alessandrine (Valentino, Basilide, Carpocrate, ecc..) Orbene veniamo a questo giorno; giungiamo alla Pasquetta. 

In questa ricorrenza la Chiesa ricorda l'annuncio dell'angelo alle donne - Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè - che erano andate al sepolcro dove Cristo era sepolto e che avevano trovato la pietra di ingresso spostata. 

Nel Vangelo di Marco (16,1-2) si legge: «Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole»

Nel Vangelo di Matteo (28,1) si legge, invece: «Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba».

Luca (24,1-10) riporta, invece: «Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. (...) Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli».

E, infine, in Giovanni (20,1) si legge: «Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro».

In sostanza in questa giornata si ricorda, si festeggia, non tanto il trionfo della promessa di vita eterna sulla morte terrena, quanto la divulgazione di questa “verità” su cui, intendiamoci, trova SENSO il potere, la struttura e l’articolazione della stessa Chiesa.  Terminata questa semplice, ma pur sempre utile, esposizione di passi dei vangeli, vorrei adesso spendermi in due riflessioni la cui sostanza non è quella religiosa – il sottoscritto non è uomo di religione – ma, permettetemi, più squisitamente “gnostica”. Ancora una breve esposizione introduttiva. In tale ottica Gesù e il Cristo non necessariamente trovano compenetrazione in identica figura e neppure vi è una lettura universale, meccanica ed esterna del processo che conduce l’uomo al trionfo sulle leggi di questo mondo.  Il “male” è l’ignoranza  e la conoscenza è la sola via riservata all’uomo che desidera ascendere: non la fede, non la legge, non i sacramenti.

Il Vangelo di Luca, riporta:

«Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana,] due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo...».

- Quanti hanno la pretesa di essere su di un percorso “spirituale” o “iniziatico” quando nella realtà sono solamente dispersi nella dialettica interiore? Cosa rappresentano questi due “discepoli” (uomini che erano stati nel gruppo di Gesù) che discutono fra di loro, se non la mente che parla alla mente? Ed ancora non è forse vero come la realtà sia, purtroppo per molti, ben misera innanzi alle suggestioni, alle filastrocche e alle presunzioni interiori? A questi uomini qualsiasi verità espressa o sperimentabile è negata, in quanto essi sono completamente assorbiti nel loro mondo psicologico; è questo una barriera che separa loro dalla presa di coscienza interiore, dalla manifestazione del Cristo Intimo. Ecco quindi come sia necessario porre un freno al dialogo interiore della mente alla mente; ecco quindi come sia necessario prendere consapevolezza del qui ed adesso; ecco quindi come sia necessario interrogarci sul reale senso del nostro cammino ed andare oltre alle forme e alle abitudini.

<<Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che é vivo? Non è qui, è risorto>>

- E’ qui l’Angelo, il messaggero, che parla alle donne turbate. Ancora, perché tanti fra noi – ma che mai saranno del nostro numero – si ostinano a non andare oltre il velo dell’apparenza delle cose tutte? Perché la ricerca spirituale – una ricerca priva la loro di reali conquiste – è considerata solamente un feticcio, un corpo morto, da tumulare, adornare con vestimenti e oli preziosi? Ecco quindi, come tragica conseguenza, il guardare laddove non vi è nient’altro che illusione e suggestione. Il mirar il dito, che tende alla Luna. Così è purtroppo per molti, che cercano nella lettera morta e nelle patenti e nei lustrini e nel loro ego quando dovrebbe dar la vita, ma in realtà dona solamente l’olezzo di putrefazione a coloro che già sono morti.


venerdì 19 marzo 2021

Il segreto di Pulcinella sui Vaccini. Niente normalità per il minus habens occidentale.


La trasmissione “PORTA A PORTA” condotta da Bruno Vespa ha offerto una chiarificazione attorno alla (non) utilità del vaccino. Oddio non che questi vaccini siano inutili, in quanto diversi risultati sono già stati ottenuti (ingrassamento dei bilanci delle aziende farmaceutiche, creazione di una burocrazia sanitaria, compressione dei diritti civili, stravolgimento dell’interpretazione della Costituzione e rimodellamento della stratificazione sociale ed economica dei paesi occidentali). Certamente non sono utili per conseguire il grande miraggio della stragrande maggioranza della popolazione: “IL RITORNO ALLA NORMALITA’”. Meta che ci viene proposta conseguibile attraverso il distanziamento sociale, la profilassi individuale (prima) e la vaccinazione di massa (oggi). Addirittura, talmente ampio è stato il lavoro di coercizione morale e psicologica, che negli USA e in Canada genitori baldanzosi hanno offerto i loro figli come “cavie” (i topi ringraziano) per la sperimentazione di nuovi vaccini. Del resto il consumatore è meglio fidelizzarlo da piccolo. 

Torniamo adesso alla trasmissione “PORTA A PORTA” andata in onda in questa metà di marzo. 


Enrico Giovannini (Roma, 6 giugno 1957 è un economista, statistico e accademico italiano, dal 13 febbraio 2021 ministro delle infrastrutture e della mobilità), durante la trasmissione “PORTA A PORTA” discorrendo liberamente di ripresa e vaccinazioni ha asserito: 

“Il punto è che i Paesi che riescono a partire prima sul piano economico, sono i Paesi che hanno avuto campagne vaccinali. Su questo però attenzione, perchè anche in altri Paesi, non è che chi ha avuto il vaccino non possa trasmettere il virus. Questo ci dicono gli studi. Quindi non possiamo semplicemente dire, una volta tutti vaccinati, il problema è risolto“. 

Il conduttore Bruno Vespa, sbalordito, risponde: 

“No, questa scusi è una novità. Uno vaccinato può contagiare delle persone?“. 

Il Ministro, apparentemente indispettito, risponde: 

“Sì” e Vespa lo incalza: “allora stiamo scherzando?“.

“No, non stiamo scherzando, stiamo facendo la cosa che dobbiamo fare, ma sappiamo che la vaccinazione non impedisce completamente la trasmissione del virus, tanto è vero che si parla anche del fatto che non sappiamo tecnicamente quanto durerà la vaccinazione” 

Vespa ha aggiunto: “Questo è un altro discorso però, nei mesi in cui durerà siamo immuni per noi stessi e per gli altri. Poi ci diranno se dopo 8 mesi dobbiamo farne un altro“. 

Infine il ministro Giovannini, con glaciale fermezza, ha concluso: 

“Non è completamente sicura una cosa del genere“.

(a questo link trovate il video)



Quindi offriamo almeno due riflessioni. 

La prima è relata alla logica. Gli stessi uomini politici, coloro che occupano ruoli apicali e sono impegnati nella pianificazione di questa “risposta” alla “pandemia” (oserei definirli gli ideologi della soluzione finale al Covid) affermano che il vaccino non abbia come finalità quella di impedire il contagio dal virus, ma solamente quella di limitare “forse” una forma severa del medesimo. Allora, la risposta di una mente elastica, come mai non sono vaccinate solamente le persone afferenti a categorie di rischio? Come mai tutta questa enfasi sul vaccinare anche i SANI e NON A RISCHIO per proteggere i deboli e gli anziani? Sono loro che sostengono come il vaccino non impedisca il contagio, ma ne limiti la sua aggressività, da cui per logica discenderebbe che la considerazione che la vaccinazione abbia valenza di profilassi sanitaria individuale e non generale, ma malgrado ciò si vuole ottusamente imporla a tutti (anche a chi passa per strada).

La seconda riflessione, di conseguenza, è quindi relata ai numeri che ci sono proposti. Se la vaccinazione non impedisce la trasmissione o circolazione del virus, come mai i dati provenienti dai paesi virtuosi sono in decrescita. Dei due l’una: o questi dati erano “sbagliati” prima o lo sono adesso. Del resto basta avere una qualche reminiscenza di statistica per comprendere l’assurdità di certi dati che da un anno ci sono proposti continuamente. Elemento fondamentale in ogni funzione statistica è modalità di selezione del campione (Scelta di comodo (campionamento per quote o convenience sampling);  Scelta ragionata (campionamento ragionato o judgmental sampling); Scelta casuale (campionamento casuale o random sampling); Scelta sistematica (campionamento sistematico); Scelta probabilistica (campionamento probabilistico o probabilistic sampling). Qui innanzi a quale modalità siamo? Non lo sappiamo e non ci viene detto, del resto al “minus habens” occidentale è sufficiente riempirsi la testa di numeri (quando per fare una semplice addizione necessità della calcolatrice dello smartphone) per credersi informato e quindi orientato nelle sue scelte.

Rimane quindi aperte una definitiva riflessione, la quale è riassumibile con “Cui prodest” tutto ciò? A chi conviene il protrarsi di questa situazione che poteva essere risolta attraverso la medicina territoriale, l’assistenza domiciliare a coloro che manifestavano i primi sintomi e alla messa in sicurezza delle categorie deboli? 

Stiamo andando incontro a tempi foschi. Si parla di vaccino sanitario, si suggerisce che ogni 8-10 mesi la vaccinazione dovrà essere ripetuta e qualcuno ipotizza l’obbligatorietà per legge di un vaccino (ma quale poi?) che non previene e che non è già oggi efficace per tutte le varianti.

altri articoli del blog in merito ai vaccini:

giovedì 11 febbraio 2021

Il Demone Meridiano e il Salmo 90/91


 Durante lo studio preparatorio del mio libro sui Salmi, ovviamente  profonda attenzione è stata dedicata al Salmo 90(91). Molti sono a conoscenza, e nel libro ne tratto ampiamente, di come questo “CANTO” sia destinato ad operazioni volte a combattere la nefasta “presenza” del maligno, ad allontanare incombenti disgrazie e trova (il salmo) perfino centrale funzione in complicati e complessi rituali teurgici. Del resto della sua valenza magica troviamo menzione in antichissimi codici, in scritti di rabbini ed in grimori medioevali. 

Mi si permetta una riflessione, dal sapore di sale su di una ferita aperta, molti hanno la tendenza a pensare ed immaginare la propria vita “attenzionata” da chissà quali esseri diabolici, da agenti di prevaricazione, da formidabili avversari. Sono così intenti a guardare continuamente le ombre e a ricercare possenti avversari da non vedere il piccolo sasso su cui presto inciamperanno. Si fa presto a dire “diavolo”, si è meno pronti a vedere e a riconoscere quei comportamenti suggeriti dalla nostra cattiva coscienza e pessima volontà atti a annullare, ritardare o sopprimere ogni nostro impegno e dovere.

Evagrio Pontico (i Ibora, 345 – Egitto, 399: che è stato un monaco cristiano, scrittore e asceta greco antico) aveva ben chiaro che il peggior avversario che l’uomo deve combattere è l’uomo stesso, e la formidabile arma capace di sgretolare qualsiasi difesa è l’accidia. L’accidia non è esattamente la pigrizia, quanto piuttosto la NEGLIGENZA nell’assolvere gli impegni (liberamente) presi lungo la via della sacro, oppure (in ambito laico) l’avversione all'operare, associata all'idea di tedio oltre che a quella di neghittosità (inerzia).   

Insomma in altri e semplici termini, è quella inclinazione che induce surrettiziamente a trovare scuse e rimandi per non adempiere i compiti a noi destinati. A pretendere che siano altri a stimolarci e adempiere quanto dovrebbe essere il nostro lavoro. L’uomo è sempre con la mano tesa, ma una mano vuota è pur sempre una mano inutile: incapace di lavorare, di stringere, di combattere e di afferrare. 

Orbene Evagrio suggerisce di impegnare il Salmo 90/91 proprio contro il “demone dell’accidia”, il quale è reputato come il sommo antagonista del monaco. Ed indubbiamente ciò è vero. Che significato ha, o avrebbe, l’essere monaco/iniziato/ecc.. qualora con mille scuse non si “operi” con costanza e determinazione? Nessun significato, solamente l’ennesimo formalismo dietro cui nasconderci e gonfiare il nostro piccolo ego dolorante e stordirci con la filastrocca: IO SONO PERCHE’ IO DICO DI ESSERE (o peggio ho un pezzo di carta o un saio)

Evagrio Pontico offre circa questo pericolo nel suo Praktikós: «Il demonio dell'accidia, chiamato anche" demonio del mezzogiorno", e il piu cattivo di tutti i demonio Attacca il monaco verso l' ora quarta ed assedia la sua anima fino all' ora ottava. Al principio, fa si che sembri che il sole avanzi lentamente e perfino che stia immobile, tanto che sembra che il giorno abbia cinquanta ore. Successivamente, il demonio spinge il monaco a guardare piu volte la finestra o l'entrata della sua cella, fino ad uscire per verificare quanto tempo manca al tramonto del sole e per vedere  qua e la se qualcuno dei suoi confratelli si comporta male»