La prima, che mostra una certa ingenua
sensibilità rispetto alle cose dello spirito, sottolinea come non sia possibile
per un qualcosa creato dall’uomo (il vaccino) rimuovere qualcosa che proviene
da un piano superiore a questo (l’anima). Dimenticandosi di due questioni
fondamentali. La prima risiede in una delle “molteplici imperfezioni” della
comunicazione: i concetti legati alle parole (il concetto precede la parola).
Da cui discende che abbiamo significati diversi (in base alla comprensione, all’istruzione,
al contesto, al tempo e al luogo) a identiche parole. Nello specifico prendiamo l’anima. Per prima
cosa l’anima, e anche la grafia della parola dovrebbe suggerirlo non è lo
spirito, è legata all’individualità della persona. Le scuole filosofiche dell’antica
Grecia forniscono accezioni diverse ad essa, così come le tradizioni
esoteriche. Incidentalmente vorrei portare all’attenzione come la parola anima,
che noi utilizziamo, la troviamo nella filosofia classica sia come ànemos («soffio»,
«vento») e sia come psyché. Nel primo caso abbiamo un’accezione squisitamente “vitale”
il soffio che conferisce la vita alla materia prima inanimata e il soffio che
abbandona la materia rendendola inanimata. Nel secondo caso (psyché) viene
conferito un significato legato all’interiorità o individualità dell’uomo. Già
qui abbiamo una scelta da fare, per dare senso al nostro comunicare.
Dobbiamo a Socrate, che fu maestro di
Platone, l’introduzione di questo concetto e va ricordato come egli non si
pronunciasse affatto in merito alla morte o all’immortalità (cosa assai diversa
da eternità) della medesima. Per Socrate tutti i mali dell’uomo debbono essere
curati attraverso un’azione integrale sull’insieme delle componenti dell’uomo
stesso e ciò include l’anima (psyché) e per coloro che conoscono l’opera di
Steiner questo è un punto fondamentale. Platone sviluppa ulteriormente il
concetto di “anima” (il significante da attribuire a questa parola) nel suo
scritto il “Fredo”.
«Si
raffiguri l'anima come la potenza d'insieme di una pariglia alata e di un
auriga. Ora tutti i corsieri degli dèi e i loro aurighi sono buoni e di buona
razza, ma quelli degli altri esseri sono un po' sì e un po' no. Innanzitutto,
per noi uomini, l'auriga conduce la pariglia; poi dei due corsieri uno è nobile
e buono, e di buona razza, mentre l'altro è tutto il contrario ed è di razza
opposta. Di qui consegue che, nel nostro caso, il compito di tal guida è
davvero difficile e penoso.» (Platone, Fedro, 246 a-b).
Abbiamo quindi una parte
intellettiva, una nobile o spirituale e una passionale o concupiscente
(logistikò/ (thymoeidès /epithymetikòn). Similare la posizione di Aristotele e
la sua tripartizione in anima vegetativa (o fisiologica), in anima sensitiva
(movimento e percezione) e anima intellettiva (o razionale).
Inoltre rimando al mito della
creazione dell’anima nello gnosticismo storico (scuola barbelotiana) dove
quest’ultima non rappresenta un soffio vitale (il quanto il simulacro di Adamo
– adamo terrestre – già strisciava e quindi era dotato di quel soffio vitale
che è discrimine fra la materia vivente e la materia inanimata), ma
un’infusione da parte degli Arconti plasmata con i sette metalli (le sette
passioni) atta ad inebriare lo Spirito– e il suo è un movimento che da vita al
tempo e allo spazio – caduto su questo piano. Per alcune scuole, a noi più
prossime negli anni, abbiamo come l’uomo possieda solamente un’anima lunare e
che in forza del lavoro interiore – quando posto in essere, ovviamente – si
trasforma in un corpo solare. Potrei continuare a lungo, ma credo che ciò sia
sufficiente a dimostrare che certi termini sono da maneggiare con estrema
attenzione e incidentalmente Steiner era laureato in filosofia (neppure tanto
scarso visto che ancora studente collaborò con Joseph Kürschner ad una nuova
edizione critica delle opere di Goethe).
Veniamo al secondo insieme di obiezioni, che io definirei quelle dei prevenuti. Il testo proposto è stato tradotto direttamente dalla mia persona, in quanto avevo ravvisato nelle precedenti trasposizioni nella lingua italiana alcune manchevolezze. Tipo nel testo troviamo l’espressione “arymanique force” ed è stata sovente tradotto come “forza manichea”, ora chi ha la minima dimestichezza con quello di cui tratta Steiner e con la filosofia non potrà che sorprendersi dall’errore. Arymanique si traduce con Heimarménica che indica il meccanico agire della natura e del destino e delle forze sociali alfine di mantenere l’uomo nel suo stato di inconsapevolezza (termine che ritroviamo nello gnosticismo storico), mentre manicheo indica una specifica religione e oggi grossolanamente un modo dualistico – bianco e nero – di percepire le cose. Ma i due termini non sono certamente sovrapponibili. Per questo ho inserito il testo in inglese nel mio articolo, in modo che fosse possibile un immediato riscontro.
Venendo allo specifico Steiner recita:
“To materialistic doctors, will be entrusted the task of removing the soul of
humanity”. Da cui la traduzione: “Ai (to indica un divenire, un’azione) medici
materialisti, sarà affidato il compito di rimuovere l'anima dell'umanità”.
Ecco in questo quadro, di lotta per l’uomo,
va inserito lo scritto di sopra. Il quale non è un’avversione contro i medici,
ma contro coloro che professano e praticano una medicina materiale e di massa.
E non è neppure contro i vaccini, ma si paventa il rischio che vi sarà un
vaccino atto ad indebolire alcuni parti della composita struttura umana.
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