Mi si permetta una riflessione, dal sapore di sale su di una ferita aperta, molti hanno la tendenza a pensare ed immaginare la propria vita “attenzionata” da chissà quali esseri diabolici, da agenti di prevaricazione, da formidabili avversari. Sono così intenti a guardare continuamente le ombre e a ricercare possenti avversari da non vedere il piccolo sasso su cui presto inciamperanno. Si fa presto a dire “diavolo”, si è meno pronti a vedere e a riconoscere quei comportamenti suggeriti dalla nostra cattiva coscienza e pessima volontà atti a annullare, ritardare o sopprimere ogni nostro impegno e dovere.
Evagrio Pontico (i Ibora, 345 – Egitto, 399: che è stato un monaco cristiano, scrittore e asceta greco antico) aveva ben chiaro che il peggior avversario che l’uomo deve combattere è l’uomo stesso, e la formidabile arma capace di sgretolare qualsiasi difesa è l’accidia. L’accidia non è esattamente la pigrizia, quanto piuttosto la NEGLIGENZA nell’assolvere gli impegni (liberamente) presi lungo la via della sacro, oppure (in ambito laico) l’avversione all'operare, associata all'idea di tedio oltre che a quella di neghittosità (inerzia).
Insomma in altri e semplici termini, è quella inclinazione che induce surrettiziamente a trovare scuse e rimandi per non adempiere i compiti a noi destinati. A pretendere che siano altri a stimolarci e adempiere quanto dovrebbe essere il nostro lavoro. L’uomo è sempre con la mano tesa, ma una mano vuota è pur sempre una mano inutile: incapace di lavorare, di stringere, di combattere e di afferrare.
Orbene Evagrio suggerisce di impegnare il Salmo 90/91 proprio contro il “demone dell’accidia”, il quale è reputato come il sommo antagonista del monaco. Ed indubbiamente ciò è vero. Che significato ha, o avrebbe, l’essere monaco/iniziato/ecc.. qualora con mille scuse non si “operi” con costanza e determinazione? Nessun significato, solamente l’ennesimo formalismo dietro cui nasconderci e gonfiare il nostro piccolo ego dolorante e stordirci con la filastrocca: IO SONO PERCHE’ IO DICO DI ESSERE (o peggio ho un pezzo di carta o un saio)
Evagrio Pontico offre circa questo pericolo nel suo Praktikós: «Il demonio dell'accidia, chiamato anche" demonio del mezzogiorno", e il piu cattivo di tutti i demonio Attacca il monaco verso l' ora quarta ed assedia la sua anima fino all' ora ottava. Al principio, fa si che sembri che il sole avanzi lentamente e perfino che stia immobile, tanto che sembra che il giorno abbia cinquanta ore. Successivamente, il demonio spinge il monaco a guardare piu volte la finestra o l'entrata della sua cella, fino ad uscire per verificare quanto tempo manca al tramonto del sole e per vedere qua e la se qualcuno dei suoi confratelli si comporta male»
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