Alle volte la storia, il caso, e il ricordo, ci portano a ripercorrere vie già calpestate. Così una serie di accadimenti mi hanno riportato a Sovana e alla sua bellissima Necropoli Etrusca. Le colline dai tratti aspri, come il carattere degli abitanti della zona, nascondono, fortunatamente, questo tesoro del nostro passato.
In una calda giornata di agosto non eravamo più di 20 intenti a curiosare nel sito archeologico, il quale si articola su di un perimetro che abbraccia quattro dorsali collinari.
Alla destra della biglietteria troviamo la suggestiva VIA CAVA DI POGGIO PRISCA. Le vie cava costituivano il raccordo viario fra gli insediamenti etruschi, e la necropoli. Ovviamente se ciò rappresentava l'aspetto pratico, non va
scordata la loro funzione religiosa e rituale. Era attraverso questi ancestrali anfratti, dove giorno e notte si confondono, che gli antichi abitanti di queste terre processionavano verso il centro del loro mondo sacro. Ricordo ancora oggi le forti sensazioni che mi furono donate nel percorrere queste vie, in una lontana notte di 12 anni fa. Dove il passo era rischiarata da una semplice candela. Confronto ciò a tanti rituali moderni e contemporanei, e mi assale un senso di sconforto e di tristezza per questi miseri simulacri di ciò che fu, e che non è proprio a causa dello scollamento tradizionale e spirituali dei loro "animatori".
Prossima alla Via Cava abbiamo la Tomba di Pola. Un tempo maestosa, risale al terzo secolo avanti cristo, dell'antico splendore conserva solamente una parziale rimembranza. Solamente una delle otto colonne persiste, al degrado del tempo e all'incuria degli uomini.
Sposandoci adesso sulla sinistra, ripercorrendo a ritroso il cammino compiuto, troviamo la maestosa Tomba Ildebranda, di cui parlo in un prossimo articolo visto che merita tutta la nostra attenzione. In prossimità ad essa si snodano una serie di tombe a dado e semidado, alcune delle quali offrono anche cavità adatta a raccoglierci in meditazione, e pronti a ristabilire un contatto con le nostre antiche origini, o almeno ad immergerci nella storia che fu.
Recentemente è stata scoperta la Tomba dei Demoni Alati. A mio parere mai un nome fu così errato, visto che le statue rinvenute ricordano più dei tritoni alati, che non dei demoni. Del resto la cultura etrusca, in se crepuscolare, era incentrata nel rapporto fra vita e morte e popolata di animali psicopombi (in grado di traghettare gli uomini dal mondo della luce a quello delle tenebre e viceversa). Devo ammettere che la visione di queste possenti sculture in tufo ha un certo fascino, e meriterebbe una più approfondita analisi, che non può essere qui raccolta..
Procedendo a ritroso, uscendo dalla zona raccolta (si fa per dire) dall'area archeologica, troviamo a 200 metri una cappelletta dedicata a San Sebastiano. Oltre ad offrire un ottimo luogo di ristoro, da essa è possibile giungere ad altre tre meraviglie dell'arte sacra etrusca.
La prima è la Via Cava di San Sebastiano, molto più breve della precedente, e ostruita in diversi punti. Ma semplicemente maestosa, con i suoi giochi di ombre, i cambi di passo e direzione, e il vento che in esso si incanala.
Ancora troviamo una serie di tombe scavata laddove la collina trova cimento con il terreno, oppure a metà di essa. Questo passaggio è preparatorio per giungere innanzi alla Tomba della Sirena a due code. Anch'essa evidentemente essere magico che è ponte fra i due mondi: quello del conscio e quello dell'inconscio.
L'ingresso al Parco Archeologico costa 5 euro, e vi posso assicurare che ne vale la pena.
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