martedì 24 marzo 2020

LO SPAZIO SACRO (Uomo Ente Magico - un percorso di conoscenza interiore) -6-


«Non devi fare nulla, ma abbandonare la tua volontà alla propria disposizione. Le tue cattive qualità si indeboliranno e ti tufferai con la tua volontà nell'Uno dal quale uscisti in principio. Tu giaci prigioniera delle creature: abbandona la tua stessa volontà e morranno in te le creature e le loro  cattive inclinazioni, che ti trattengono perché tu non vada a Dio» (Jakob Böhme, Dialogo tra un'anima illuminata e una priva di luce)

Carissimo argonauta dello Spirito, abbiamo visto negli incontri, spero fruttuosi, precedenti la potente pratica della respirazione consapevole. Di come essa possa evolversi da automatico ed inconsapevole atto, che subiamo ignavi, a meccanica spirituale in grado di inondare la nostra composita struttura di particole di luce, di energia vitale e consapevolezza.  Se quanto sopra, che stiamo imparando a conoscere, rappresenta la nostra ricchezza, dobbiamo però prendere atto della moltitudine di enti, meccanismi inerziali ed ostativi che cercano di depredare la nostra linfa vitale e la nostra energia.

Al fine di manifestare a noi stessi questa scintilla sacra, ciò che ci rende potenzialmente magici, retaggio della nostra generazione spirituale, è necessario trovare il modo di arginare le istanze esterne che solleticano la nostra natura terrena e caduca. E', infatti, evidente come il mondo moderno imprima una forza notevole sull'individuo, a cui non sempre siamo capaci di opporci in modo adeguato.

L'ambiente familiare, l'educazione ricevuta, le dinamiche dei gruppi di amici e dei luoghi lavorativi, i costumi sociali, il flusso informativo/disinformativo dei mass media, campi energetici e magnetici, sono solo alcuni esempi di un elenco che potrebbe proseguire fino quasi a fiaccare ogni nostra speranza. Oltre a questi evidenti agenti venefici, plasmanti ed ostativi, spesso ci dimentichiamo che noi stessi esercitiamo pressione verso le persone che più o meno direttamente si relazionano a noi, così come loro la esercitano su di noi. Pensiamo all'azione psicologica o emotiva che scarichiamo sui nostri congiunti, oppure come i nostri stili alimentari e di consumo siano prevaricanti su persone sconosciute distanti migliaia di chilometri. Riflettiamo su quanti si ritrovano impoveriti, obbligati a subire gli effetti del nostro sistema economico e sociale senza goderne i fittizi benefici, e pensiamo come noi stessi siamo ostaggio di decisioni globali che si insinuano nel nostro stile di vita. L'insieme di queste relazioni va a creare un sistema d’interferenze, di azioni dirette ed indirette, di forze che modellano, di agenti che disorganizzano e riorganizzano. Queste forze attive ed imperanti sono le Eggregore di questo nostro tempo, il cui potere supera notevolmente la forza del singolo uomo dimentico di se stesso e della sua magnificenza. Una sola fortuna è compagna dell’audace argonauta dello spirito, e si concretizza nel fatto che le Eggregore sono sovente fra loro in competizione, e quindi, con ingegno e studio, è possibile rivolgerle a nostro vantaggio.

Onestamente va anche posto l’accento come la maggioranza degli esseri umani neppure si accorga a livello conscio di questa pressione, di essere costantemente modellati da forze sovraumane, e del loro agire fin dalla nostra più tenera età.  La maggioranza di coloro che si rendono conto dell’azione delle Eggregore, a causa dell'educazione ricevuta, tende a ritenerla del tutto normale ed indiscutibile, e come tale non alterabile. Per gli ignavi, così come per chi accetta lo stato delle cose, Il mondo è palcoscenico, e loro le comparse che senza accorgersi recitano un copione che è suggerito da qualche abile sceneggiatore: l’anima del Mondo, il Demiurgo, il Destino, gli Eventi, ecc..

Sono pochi intuiscono come i centri fisico, psichico, e sessuale sono costantemente modellati da queste forze, e sono un numero ancora più esiguo coloro che cercano di opporsi costantemente ad esse.

Come cambiare modalità ed uscire da una condizione di succubi innanzi a queste forze? Come arginare queste onde d’impatto che continuamente si rovesciano su di noi? Come cercare di far germogliare il vero ed autentico seme del Sé che è in noi, preservandolo dall'incuria, e dalla gramigna del mondo ?

La risposta è di erigere uno Spazio Sacro, un luogo delimitato da un solido perimetro ove permettere al seme di ciò che realmente siamo, di nascere, radicarsi, rafforzarsi fino a maturare nel fiore della perfetta consapevolezza. Dobbiamo consumare il vecchio uomo, e liberarci di ciò che ci è stato imposto. Dobbiamo comprendere che ogni singolo aspetto del nostro stile di vita, se accettato in modo acritico assume forma e sostanza di parassita psichico.

Nel momento in cui comprendiamo che quanto ci circonda non è un semplice dato di fatto, eterno ed immutabile, poiché su questo piano niente è eterno ed immutabile, e neppure creato per nostro bene, in quanto su questo piano tutto ha logica e funzionalità che risponde ad altri interessi che non sono quelli del singolo, allora ci capacitiamo che quanto apparentemente ci nutre, in realtà ci dissangua psichicamente e spiritualmente.

Non bisogna certo recriminare contro altri ma contro noi stessi, poiché in ogni momento della giornata, in ogni istante della nostra vita siamo disponibili, come dei novelli Giuda, a tradire il Cristo che è in noi.


Solamente nel momento in cui ci rendiamo conto che il mondo è anche prigione, e che noi siamo prigionieri, possiamo organizzare il nostro percorso di libertà e di rinascita.

Ecco quindi come lo Spazio Sacro ha inizio da una presa di coscienza, limitata ma reale, attorno all'esigenza di preservare e portare a germoglio, prima, e maturazione, poi, il nostro seme Esistenziale. Tale perimetro di salvaguardia si solidifica attraverso le pratiche interiori di meditazione, preghiera, ed altra operatività che agiscono come forza opponente agli agenti di prevaricazione, e come attivo flusso energetico atto al progressivo irrobustimento delle nostre sopite qualità ed aspirazioni interiori.

Lo Spazio Sacro da piccolo nucleo di rinascita e sussistenza a poco a poco, in relazione all’impegno in esso profuso, come un'onda che s’irradia, amplierà la propria circonferenza. Fino al punto in cui da semplice locus dove coltivare noi stessi, diverrà l’ambito che permetterà di organizzare tutta la nostra vita interiore ed esteriore. Le sue mura saranno barriere insormontabili per le Eggregore. Pareti solide dove nascerà la nostra città filosofica e potremo ambire a ricostituire Il nostro Corpo di Gloria.

Amico mio dobbiamo praticare, perché non possiamo e non dobbiamo mai permetterci il lusso di tralasciare le nostre opere spirituali, poiché altrimenti saremmo preda del mondo esteriore, e continueremmo a vivere una vita non nostra, una vita che è imposta fin dal momento della nostra nascita. La pratica deve divenire per noi cosa naturale quanto il respirare, momento giornaliero a cui dedicare  l'attenzione di cui necessita, in quanto tutto il resto lo conosciamo, e sappiamo già quale sarà l'epilogo di tutte le cose umane: la morte e il dissolvimento, precedute da un'attesa dissimulata dalla ripetizione. Ecco che quindi la pratica, lo spazio magico, diventa un altro sentiero, un'altra via che possiamo e dobbiamo percorrere, in quanto essa è e sarà, a differenza della precedente, esclusivamente personale, e i frutti di cui beneficeremo saranno autenticamente e perennemente nostri.

Deve essere in noi evidente ed improrogabile la necessità di erigere uno spazio sacro dove ciò che è impuro ed esterno non possa irrompere, e dove noi possiamo celebrare quanto di divino è in noi. Compito quindi del presente testo è quello di offrire una serie di utili e semplici strumenti attraverso i quali sia possibile creare un percorso giornaliero capace di dilatare il nostro campo percettivo-cognitivo, rendendoci cioè in grado di udire la nostra voce interiore. Cos’è l’edificazione dello spazio sacro se non la capacità di ognuno di noi di tracciare un cerchio, e di impedire che quanto sta oltre di esso ci confonda e confonda quanto vi sta dentro ? Comprendiamo adesso l’iniziale valore della pratica, e cioè quello di stabilire un muro invalicabile ad impedimento di quelle forze caotiche ed ipnotiche che tendono ad allontanarci costantemente da noi stessi. Solamente una volta eretto questo muro, sarà possibile organizzare lo spazio interiore, rettificarlo, e operare un’espansione costante. Nel momento in cui avremo compreso come la natura umana è cosa assai composita e mutevole, e a seguito di ciò avremo distinto una parte sacra da una naturale,  edificheremo lo spazio sacro dove attraverso l'opera incessante coglieremo i frutti amorevoli del nostro logos interiore. Un logos che perennemente ci parla, ci sussurra sulla Verità e sull'Origine, ma che ostinatamente non ascoltiamo inebriati dalle cose caduche di questo mondo.


Esercizio

Cerca un interlocutore irascibile, o volgare, o saccente. Intratteni con lui una conversazione, osserva con attenzione il momento in cui lui riverserà su di te il flusso caotico della sua conversazione. Osserva come cercherà di sopraffarti, di farti alterare, di farti perdere il centro interiore. Mentre ciò accade ripeti costantemente io sono uno scoglio in mezzo al mare. Traduci le sue parole in onde di colore, e lascia che con ogni espirazione queste onde siano allontanate da te.


Esercizio

Osserva esattamente la sequenza di eventi che ti hanno portato al fallimento di un’iniziativa. Interrogati come da ogni piccola mossa, siano scaturite una serie di alternative che non hai praticato o perseguito. Vivi adesso ognuna di esse, e cerca di intuire in che direzione è andata la tua vita. Adesso cerca di proiettare la tua vita nel futuro, aggiungendo tassello a tassello. Chiediti quale di queste alternative, di questi elementi del mosaico, ti porteranno al perfezionamento interiore, e quali invece causeranno la tua caduta.


(Tratto dal libro "Uomo Ente Magico")



Per maggiori informazioni: uomoentemagico@gmail.com

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