"Ci vorrà certamente un gesto nuovo,
spettacolare e simbolico per scuotere la sonnolenza, scrollare le
coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini"
Dominique Venner
Mi rammarico come questo
gesto di rinuncia alla vita, viene già etichettato come follia, o estremismo,
non comprendo la natura ideale e simbolica di cui è espressione.
Dominique Venner ha semplicemente deciso che non voleva più vivere in una
Francia che anno dopo anno, legge dopo legge, ha rinunciato alla propria anima,
ha reciso ogni legame con la propria storia e tradizione, è stata ridotta ad un
involucro vuoto dove oligarchie di burocrati, politici e bancari banchettano
con la carne del popolo. Il fanatico è colui che uccide gli altri, e talvolta
se stesso, per la propria idea; l’idealista sacrifica se stesso per l’amore
dell’Idea Superiore che in lui si incarna e lo anima.
E' possibile attendersi
giudizi e commenti, non dico positivi ma almeno imparziali attorno a questa
vicenda umana, in un mondo europeo dove i giornalisti sono asserviti agli
interessi del proprio editore, dove la loro libertà ha inizio e fine con la
firma apposta sulla busta paga, dove ogni dissenso alle logiche imperanti
(Europa, Globalizzazione, Diritti senza Doveri, Relativismo Culturale e Morale)
sono giudicati come espressione di folli, radicali o integralisti ? Quasi come se
questi pochi decenni fossero da un lato l'unità di misura su cui costruire il
futuro, e dall'altra la lente su cui interpretare il passato come erroneo ed
oscurantista. E se vi fosse un errore ? E se i veri pazzi e folli fossero
proprio queste persone che oggi gridano al razzismo, al revisionismo,
all'estremismo, senza voler minimamente rendersi conto che in natura ogni volta
che un elemento esterno penetra in un organismo questi si impegna a debellarlo, e che questi cambiamenti
non sono espressione del mutamento di un popolo, ma bensì indotti da quel
flagello che è l’economia globalizzata. In una Europa sempre più priva di
identità, dove i cittadini sono stati ridotti a semplici macchine da consumo,
dove ogni elemento identitario è stato rimosso, un uomo che consacra la propria
vita, fino all'estrema conseguenza, ad un'Ideale non può che essere visto come
sovversivo, pericoloso e folle dai servi del potere. In quanto quest'uomo
richiama un concetto sedizioso: sono le comune radici che legano gli uomini, e
non l'economia.
Onere e memoria a
Dominique Venner.
Di seguito la sua ultima lettera:
ULTIMA LETTERA DI DOMINIQUE VENNER, MORTO SUICIDA OGGI NELLA CATTEDRALE DI NOTRE DAME:
"Perché mi do la morte
Sono sano di spirito e di corpo e sono innamorato di mia moglie e dei miei figli.
Amo la vita e non attendo nulla nell'al di là, se non il perpetrarsi della mia razza e del mio spirito.
Cionondimeno, al crepuscolo di questa vita, di fronte agli immensi
pericoli per la mia patria francese ed europea, sento il dovere di agire
finché ne ho la forza; ritengo necessario sacrificarmi per rompere la
letargia che ci sopraffà.
Offro quel che rimane della mia vita nell'intenzione di una protesta e di una fondazione.
Scelgo un luogo altamente simbolico, la cattedrale Notre Dame de Paris
che rispetto ed ammiro, che fu edificata dal genio dei miei antenati su
dei luoghi di culto più antichi che richiamano le nostre origini
immemoriali.
Quando tanti uomini vivono da schiavi, il mio gesto incarna un'etica della volontà.
Mi do la morte al fine di risvegliare le coscienze addormentate.
Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell'anima e contro
gli invadenti desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi
identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra
civiltà plurimillenara.
Così come difendo l'identità di tutti i
popoli presso di loro, insorgo contro il crimine consumato nel rimpiazzo
della nostra popolazione.
Essendo impossibile liberare il discorso
dominante dalle sue ambiguità tossiche, appartiene agli Europei di
trarre le conseguenze.
Non possedendo noi una religione identitaria
cui ancorarci, abbiamo in condivisone, fin da Omero, una nostra propria
memoria, deposito di tutti i valori sui quali rifondare la nostra futura
rinascita in rottura con la metafisica dell'illimitato, sorgente
nefasta di tutte le derive moderne.
Domando anticipatamente perdono a
tutti coloro che la mia morte farà soffrrie, innanzitutto a mia moglie,
ai miei figli e ai miei nipoti, così come ai miei amici fedeli.
Ma,
una volta svanito lo choc del dolore, non dubito che gli uni e gli
altri comprenderanno il senso del mio gesto e che trascenderanno la loro
pena nella fierezza.
Spero che si organizzino per durare. Troveranno nei miei scritti recenti la prefigurazione e la spiegazione del mio gesto."
Dominique Venner
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