"Era qui, il Divino, qui, nella sfera della natura umana e delle
cose. Io non domando più dove sia; era nel mondo e può nel mondo
tornare. Ora è soltanto più nascosto in esso. Io non domando più
cosa sia: io l'ho veduto, l'ho conosciuto."
(Johann Christian Friedrich Hölderlin, "Iperione")
La coscienza è più terribile di qualunque inconscio.
(M. Bachtin)
. Avevo dimenticato il suo splendore, avendolo lasciato da bambino
nella casa di mio Padre. Mentre ora osservavo il vestito, mi sembrò
che diventasse improvvisamente uno specchio-immagine di me stesso:
mi vidi tutto intero in esso ed esso tutto vidi in me, cosicché
eravamo due separati eppure ancora uno per l'eguaglianza della
forma.
(Inno della Perla)
Introduzione
E'
difficile non notare come termini, immagini, e narrazioni, presenti
nell'universo gnostico sono oggi elementi portanti di quelle scuole
legate ad una visione moderna, e già in questo sospetta, della
spiritualità. Dove gli Arconti, il Demiurgo e la Sophia, sono spesso
usati per nobilitare indigesti sincretismi nati dall'egopatia di
qualche novello maestro illuminato, e fornire agli sventurati
discepoli l'illusione di essere introdotti all'interno di un
camminino sapienziale che si snoda da millenni. Purtroppo neppure la
ricchezza odierna delle fonti informative aiuta i più a liberarsi da
questa malsana infatuazione. Ciò sicuramente va ricondotto ad un
deficit culturale di molti che impedisce loro di orientarsi
all'interno dei meandri dello scibile tradizionale, ma anche dalla
facile constatazione che per molte anime inquiete ed ansiose, è gran
sollievo affidarsi a "maestri" che spiegano loro il senso della
vita, indicando dov'è il bene e dov'è il male, attraverso giochetti
associativi che invariabilmente si riconducono sempre ad identici
meccanismi.
Una persona con problemi esistenziali, spesso collegati alla sfera
relazionale, ha la sventura di incontrare una personalità che
raccoglie in sè un disturbo della personalità che assume tratti di
megalomania, a cui in seguito si associa un comportamento paranoide.
Personalità che si incarna nella figura di un "maestro", di un
"istruttore", di un "testimone di verità", e che le spiega come
agire, attraverso pratiche e credenze, per rimuovere questa
sofferenza esistenziale, questo mal di vivere, che altro non è che
il sintomo della sua natura divina ingiustamente detenuta in questo
mondo d'ombra e privazione spirituale. Avviene così la
trasformazione. L'anima sofferente non è più tale a causa di un
disturbo percettivo, di una cattiva volontà di comprensione delle
dinamiche relazionali, o di un complesso di inferiorità o di carenza
affettiva, ma tutta la narrazione della vita è un susseguirsi di
attacchi perpetrati da enti e potenze psicologiche, quando non da
vere e proprie influenze esterne. Tese a far permanere la persona in
uno stato di sottomissione energetica, e di sonno psicologico. Il
soggetto viene così progressivamente allontanato e divelto dal
proprio ambiente sociale e relazione. Che seppur conflittuale
rappresenta elemento di misura e di confronto fra il proprio ego e
il mondo circostante. Tale allontanamento dal "reale relazione" è
accompagnato da una progressiva introduzione verso misteri e
pratiche tese a rafforzare istanze paranoidi nella persona, che la
porteranno sia ad un rifiuto sostanziale di ciò che prima le
sembrava normale, sia un affidamento progressivo e totale verso
colui che l'ha aperta a questa nuova visione delle cose.
3. La Deriva dell'Animo Moderno
Lo gnosticismo è materia perniciosa per i più, sprovvisti come sono
dei necessari requisiti spirituali e della giusta formazione
culturale, poiché essa pare adattarsi a ogni desiderio,
frustrazione, o disturbo dell'animo umano. Anche se in realtà è
l'anima umana dolorante che associa allo gnosticismo la spiegazione
del proprio disagio. Inoltre la struttura stessa del mondo moderno
che da un lato sradica l'uomo da ogni legame tradizionale, e
dall'altro offre un ibrido informativo e culturale atto a renderlo
materia manipolabile e acritica verso la società dei consumi,
impedisce un giusto rapportarsi dei più verso modelli di
realizzazione spirituale che giungono da un passato. Lontano non
tanto in guisa dei millenni trascorsi, quanto piuttosto dello
scollamento fra l'uomo moderno e la propria anima. Una società,
quella moderna che instilla ansia e solitudine nell'uomo: alcuni
accetteranno supinamente lo stato delle cose, altre criticheranno il
sistema, ed altri ancora cercheranno sfogo nell'esoterismo o nella
neo spiritualità. Purtroppo questi anime infelici, incapaci di un
giusto rapporto con la tradizione gnostica, precipiteranno da
illusione in illusione.
Così il megalomane avrà modo di impiegare la propria esistenza
ritenendosi un Cristo Gnostico portatore della conoscenza agli
uomini.
Così lo schizoide, troverà alimento ed esaltazione della propria
patologia negli angeli che si opposero al Demiurgo.
Così chi è libertino troverà negli Ofiti, nei Naaseni, nei
Carpocraziani, nelle pratiche e nei misteri da essi proclamati, la
cagione del proprio agire.
Così chi segue la via dell'astinenza vedrà nei perfetti catari un
modello per mondare la corruttibile carne dalle passioni della vita.
Così chi è depresso troverà della propria condizione spiegazione
nell'agire di potenze terribili, gli arconti. Potenze tese a
vessarlo, a mortificarlo, a ostacolarlo, giacché anima caduta dal
Regno del Padre in questo mondo di tenebra.
Così il paranoico, il visionario sostenitore di complotti, vedrà nei
tormenti politici ed economici di questo mondo l'agire del Demiurgo
e dei suoi burattini umani.
Così lo schizofrenico troverà giustificazione al dolore che arreca a
se stesso e gli altri nella sovversione di valori di questo mondo
materiale, rispetto al mondo spirituale.
E' bene sottolineare come gli esempi sopra riportati, certamente non
esauriscono la moltitudine di bisogni e frustrazioni umani, che
trovano rispondenza in una lettura approssimativa delle singole
espressioni dello gnosticismo. Non di rado ho avuto modo di
osservare come la semplice lettura di un manuale che indica
sommariamente la varie scuole gnostiche, abbia potuto dare nuova
prospettiva, alimento, e sfogo, ad una personalità disturbata.
Purtroppo per loro lo Gnosticismo è prima di questi uomini e delle
loro debolezze, poiché esso non narra delle contingenze di questo
mondo che travagliano l'uomo, ma è un dialogo interiore ai coloro
che hanno capacità e volontà di udire, quanto sommessamente sfiorato
fra le chimere gnostiche dei Barbelotiani, esaltato nei "blasfemi"
rituali ofiti, sussurrato negli arabeschi poetici di Mani, e
disvelato nella ragnatela metafisica di Valentino e Basilide.
Lo gnosticismo è quel faro sapienziale che illumina e guida chi
volge le spalle alle cose di questo mondo, che mostra la via a chi
desidera il ritorno alla Dimora Celeste, che dona il nettare di luce
a chi non si lascia stordire dalla propria anima dolorante. E' bene
ricordare come i Padri dello Gnosticismo erano fini teologhi,
eruditi, persone che avevano raggiunto un equilibrio e una
centratura nella società in cui vivevano. Malgrado ciò, e non a
causa di ciò che non avevano, volgevano il loro sguardo altrove.
3. Lo Gnosticismo
Sommariamente possiamo affermare come lo gnosticismo storico non è
tanto un insieme di credenze, ma una prospettiva che si incarna in
una molteplicità di scuole, fratellanze, a sfondo filosofico o
misterico. Tale asserzione iniziale è importante onde non lasciarsi
confondere dalla profonda varianza di pratiche e rituali, che
caratterizzavano le varie comunità gnostiche. Coloro che in tempi
moderni hanno cercato di incarnare lo gnosticismo attraverso i suoi
rituali, non ne hanno mai compreso l'essenza, ma anzi si sono
allontanati da esso lasciandosi suggestionare da un "fare"
feticistico. Non di rado capita di ascoltare in certi ambienti
neospirituali, in queste scuole dell'ego concetti come "vi erano
gnostici e gnostici", oppure "non tutti gli gnostici erano bianchi"
ecc... Ciò indica non tanto la loro conoscenza dello gnosticismo, ma
bensì la loro ignoranza estrema. Visto che lo gnosticismo era ed è
essenza che si incarna in una pluralità di espressioni devozionali,
ritualistiche, invocative ed evocative, ma queste sono vie
espressione che lo gnostico pone in essere per unire nel matrimonio
sacro la propria anima con lo spirito divino.
All'interno di questo grande affresco non vi è posto per il bene e
per il male intensi in chiave morale, o legati alle contingenze
psicologiche dell'individuo. Bensì il binomio attorno cui lo
gnosticismo organizza la propria prospettiva è Conoscenza-Ignoranza,
dove la seconda altro non è che deprivazione della prima dal mondo
manifesto. Bene e Male costringono la persona all'interno di un
paradigma religioso/morale, dove ogni singola azione viene valuta
non in quanto tale, ma all'interno di un gigantesco conflitto
spirituale dove il premio è la dannazione o la redenzione
dell'anima. Ma se tale meccanismo nelle grandi religioni è stemprato
dalla loro secolarizzazione, o adeguato e calmierato dalla morale
laica. Si rivela devastante individualmente, in coloro che
sofferenti psicologicamente, disturbati a livello relazionale, si
affidano agli improvvisati maestri o istruttori nati dal niente e
portatori del niente. Che giocando, consapevolmente o meno, su tali
debolezze le utilizzano per ancorare ad un percorso, ma in ultima
misura per legare alla propria egopatia gli sventurati. Salvo poi
allontanare, prima che si allontanino da soli, coloro che mostrano
quelle sane resistenze, tacciandoli di essere deboli o tiepidi
rispetto all'insegnamento loro impartito.
Colui che è saldo nell'insegnamento tradizionale, non è qui per
fornire una morale gnostica in sostituzione di una morale laica o
religiosa, ma per andare oltre ogni morale inculcata dall'esterno.
In quanto la GNOSI assumendo forma e veicolo di salvezza/redenzione,
determina la piena rimembranza di ciò che eravamo, siamo e saremo;
determinando così l'implosione del prolasso spazio temporale.
10.) La luce e le tenebre, la vita e la morte, ciò che è a destra e
ciò che è a sinistra, sono fratelli fra di loro: non è possibile
separarli. Per questo motivo né i buoni sono buoni, né i cattivi
sono cattivi, né la vita è vita, né la morte è morte. Perciò
ciascuna cosa sarà distinta secondo l'origine del suo essere. Ma
quelli che sono innalzati sopra il mondo sono indissolubili ed
eterni. (Vangelo di Filippo)
Questo è l'insegnamento dello gnosticismo, o almeno una parte di
quanto gli antichi e saggi maestri hanno testimoniato, e chiedo se
possa seppur lontanamente adattarsi a veste di chi soffre
costantemente. Chi sempre soffre, è colui che sempre è impiegato ed
impegnato dalle cose di questo mondo, e il suo parlar di spirito, e
solo un rimosso, un occultamento, del suo desiderare le cose di
questo mondo.
7.) Coloro che seminano d'inverno raccolgono d'estate: l'inverno è
il mondo, l'estate è l'altro eone. Seminiamo nel mondo per poter poi
raccogliere in estate. Per questo motivo non conviene che durante
l'inverno noi preghiamo: subito dopo l'inverno viene l'estate, e chi
raccoglierà d'inverno non raccoglierà, ma racimolerà. (Vangelo di
Filippo)
Lo gnosticismo scrive e dispone a priori dell'uomo e delle sue
relazioni, e non è misura di lettura dell'uomo e delle sue
relazioni. Poiché esso recidendo ogni rapporto fra la Creazione, ivi
compresa la Creatura Umana, e la Radice Spirituale toglie all'uomo
gnostico ogni legame, liberandolo dal destino stesso. Lo gnosticismo
è un affresco metafisico, in cui non vi è spazio per anime doloranti
e sconfitte dalla vita.
4. Conclusione
Comprendiamo bene il sottile diaframma che separa l'animo sofferente
bisognoso di conforto e spiegazione per il male che lo divora,
dall’uomo che incarna un'etica gnostica. Il primo è come un albero
divelto dalle proprie radici che si chiede del perché del vento, il
secondo è come quell'albero saldo nelle proprie radici che non si
cura del vento in quanto sa che tutto comunque passa. Pensare che lo
gnosticismo si possa tradurre in un lessico o in un complesso di
rituali a cui attingere per colmare lacune intellettuali o
operative, all'interno di queste scuole di neospiritualità è
ingenuità, quando non è una vera e propria mistificazione.
Ingenuità in quanto non comprende la differenza che sussiste fra
forma e sostanza, confondendo la prima con la seconda, e credendo
senza una reale iniziazione e continuità ideale di poter operare
attraverso strumenti e narrativi immaginifici. I quali nel migliore
dei casi risulteranno inerti, e nel peggiore saranno veicolo di
influenze che porteranno squilibrio in menti già destabilizzate.
"Si diventa ciò che accade nel mezzo". (C.G.Jung, in una lettera
datata 2 febbraio 1956 a Eugen Bohler)
Mistificazione in quanto volutamente si trasmette, a persone
incapaci di scorgere il vero e la giustizia, ciò che è falso al solo
scopo di legare queste persone ad un'idea che non apre verso il
cielo, ma confina in uno stagno ributtante e maleodorante.
E' doveroso comprendere quanto sia inutile e pernicioso piegare una
tradizione, alle cose e ai bisogni di questo mondo, poiché così
facendo non si compie nessun passo, per uscire dalla propria
condizione di sofferenza, ma anzi essa viene alimentata, e da
illusione evidente si sprofonda in un'illusione sottile. La quale
suggerisce che stiamo procedendo lungo una via di libertà, mentre
solamente stiamo lottando contro delle ombre infinite. Colui che è
nel deserto non deve con un cucchiaio lanciare alle proprie spalle i
granelli di sabbia, ma camminare quanto più rapidamente possibile
per uscire dalla landa desolata ed assolata.
Allo gnosticismo dobbiamo aderire con un atto di integrale coraggio
che si consuma in chi ha connaturale propensione, educazione,
cultura, esercizio, a percorrere la faticosa e irta via lungo la
quale si incontrano pochi viandanti che l'unico conforto che offrono
è la loro fedele testimonianza.
Affinità spirituale che è ben diversa dall'affinità psicologica di
coloro che a causa di traumi infantili legati alla sfera
dell'abbandono o della violenza, si rifugiano in queste scuole in
cerca di figure paterne o di amanti ideali che sappiano condurle
laddove non esiste più la sofferenza. Purtroppo per loro da noi
stessi non si fugge.
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