giovedì 16 maggio 2013

Spiritualità Contemporanea



Osservando il panorama della spiritualità contemporanea viene da chiedersi come mai taluni hanno un certo, seppur effimero, seguito. Pastoni indigesti, frutto di artificiosi collage fra miti, storie, culture e tradizioni diversi, sono costantemente propinati ad un pubblico festante e gioioso che non sembra attendere altro. Malgrado le discrepanze, i continui rimaneggiamenti, le evidenti assurdità proposte, i fedeli continuano a rimanere tali oltre ogni ragionevolezza.
Sicuramente vi sono dei meccanismi di riconoscimento, che portano ad identificarsi nella persona del Guru di turno, simile livello culturale, estrazione sociale, capacità di linguaggio, ecc… Oppure meccanismi psicologici attrattivi: si vede in lui il soggetto su cui compensare e risolvere legami emotivi ed affettivi fino a quel momento insoluti.
Se quanto sopra, a grandi linee, rappresenta l’aspetto emotivo ed identificativo attraverso cui si creano quei legami fra i molti e questi guru postmoderni, dobbiamo osservare la presenza di un ulteriore elemento, non secondario, che opera al fine di tessere questa ragnatela.
Oggi la gente in genere ha bisogno di risposte facili ai grandi dilemmi della vita, alle angosce del presente e alle frustrazione che segue ai desideri eccessivi. Risposte che da un lato assomigliano ad una ricetta stile quattro salti in padella, e dall'altro che abbiano la tendenza a deresponsabilizzare per quanto accade nella vita quotidiana. Il sistema culturale imperante, la stessa strutturazione della comunicazione moderna, oltre ad un evidente decadimento della capacità intellettive, hanno portato le persone a prediligere le conclusioni, non importa altrui o proprie, rispetto al processo di raccolta delle informazioni, analisi delle stesse, ed infine di sintesi. Dall’altro lo stesso porsi come artefici della propria vita è un atto di coraggio, che non è più nelle corde dell’uomo moderno.
 Ecco quindi gli Arconti, i Complotti, le Logge Nere e Bianche, i Controlli Mentali, gli Ego-Demoni, e la varia e variegata compagnia che la neospritualità sa offrire ai suoi fedeli.  Ecco che tutto magicamente torna al suo posto, le cose nelle tua vita non vanno male perché sei un inetto che non lotta, ma perché sei un’anima bella e buona, delicata, che proprio per tale ragione è stata presa di mira da terribili malfattori, che altro non aspettano, assieme al codazzo di sgherri di angariarti in vario modo. Ed ovviamente il gruppo, retto dal Guru di turno, ti comprende e ti accoglie nella nuova famiglia, in quanto tu lo riconosci portato di un messaggio positivo. Pochi vedono i sottili meccanismi di potere in tutto questo, pochi si rendono conto dei meccanismi premianti e punitivi che reggono le dinamiche di siffatti gruppi, che niente hanno a che fare con l’esoterismo.  
Ovviamente quando le persone adottano tale prospettiva sono in una qualche misura tranquillizzate, in quanto ritengono di stare acquisendo una sorta di controllo sulla propria vita, in virtù di qualche pratiche vagamente connesso con la narrazione salvifica del Guru. Seguo le pratiche ma accade ancora il MALE nelle sue mille forme, è perchè lavoro bene e questo si manifesta, oppure si manifesta  perchè lavoro.  Una serie di meccanismi autoportanti, auto confermativi, da cui la persona sarà guidata in ogni ambito della propria vita. Giungendo al paradosso che per sfuggire alla prigione del quotidiano, andrà a rifugiarsi in una prigione ancora più terribile, in quanto niente è più terribile della prigionia a cui viene dato il nome di libertà.

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