Elemento centrale di questo componimento poetico è rappresentato dalla ricerca della Perla da parte del figlio del Re del mondo spirituale; questi viene spogliato della sua veste di Gloria ed inviato, in un viaggio pericoloso, nel regno di Egitto. La spogliazione qui indicata sta a rappresentare come questo essere spirituale debba adeguarsi al mondo della materia e raccogliersi all'interno di un involucro per sua stessa natura denso e grossolano che sarà rappresentato dall'abito che egli indossa quando giunge nella terra di Egitto. A corredo del testo sono state inserite circa 100 note di complemento, la traduzione dell'originaria introduzione di G. Mead, un paragrafo volto all'analisi storica e filosofica del testo e due elaborati che trattano due dei principali cardini del pensiero gnostico: La Nostalgia e il Ritorno al Pleroma.
Il poema detto “INNO DELLA PERLA[1]” da
sempre è stato in grado di esercitare un forte potere di fascinazione sia sul
semplice lettore che sul più smaliziato ricercatore, grazie alla struggente
nostalgia di cui è intimamente impregnato; nei miei lunghi anni di divulgazione
su temi legati allo gnosticismo storico, ho visto persone lacrimare sulla
brezza commovente delle parole sussurrate da questo alto componimento poetico,
parole capaci di solleticare le corde più profonde dell’animo del ricercatore
permettendo la riemersione di un immaginario antico che rimanda ad un
ancestrale mondo di purezza e perfezione a cui ognuno di noi anela e tende.
Tale intima e passionale tensione verso questa casa
celestiale e dimora di beatitudini è però frenata dalle contingenze di questo
mondo, le quali assumono valenza di ostacolo, di freno e di attrito nei
confronti dello gnostico; questo ricercatore di conoscenza è scisso fra un
mondo quaternario che percepisce come alieno, ma nel quale necessariamente
vive, e un mondo spirituale che intuisce essere la propria dimora, ma dal quale
è evidentemente è separato.
Lo gnostico è quindi
forestiero in un mondo a lui alieno. Forestiero, e lo vedremo leggendo il
poema, in quanto nella sua essenzialità, in ciò che è permanente e non
contingente, egli proviene da un altro luogo[2];
al contempo il mondo è alieno perché espressione di una radice generatrice e
formato da una sostanza estranea alla natura dello gnostico.
Tale stato di cose, non
più relegato alle ardite speculazioni metafisiche, assume significato di
oggettività per lo gnostico così determinando una profonda e malinconica
nostalgia, la quale troverà termine con
il coronamento della missione volta a recuperare la Perla: chiave di passo
necessaria per superare il confine fra il mondo inferiore e il mondo superiore.
Dettagli prodotto
Copertina flessibile: 68 pagine
Editore: lulu.com (12 novembre 2018)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 0244995435
ISBN-13: 978-0244995430
[1] Il cosiddetto «Inno della Perla» si trova negli
Atti apocrifi dell'apostolo Tommaso, una composizione gnostica conservata con
rielaborazioni ortodosse di poco rilievo: il testo stesso dell'Inno ne è
completamente privo. «Inno della Perla» è il titolo dato dai traduttori
moderni: negli Atti invece è chiamato «Canto dell'apostolo Giuda Tommaso nella
terra degli Indiani». In considerazione dell'intenzione didattica e della forma
narrativa della composizione poetica, «inno» non è forse del tutto esatto. Esiste
col rimanente degli Atti in una versione siriaca ed una greca; quella siriaca è
quella originale (o una immediata discendente dell'originale, che era senza
dubbio siriaco). (Hans Jonas)
[2] Questo luogo è acosmico e atemporale. Acosmico in quanto è posto fuori da
questa manifestazione, ed atemporale in quanto è prima di ogni tempo umano o
divino.
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