martedì 19 maggio 2020

La Scienza di Hermes La Rivelazione dei Supremi Segreti di Eliphas Lévi


Presentiamo, inedito per l'Italia, un saggio di Eliphas Lévi sull'Alchimia. In questo scritto, corredato da 80 note integrative e complementari aggiunte dal curatore, il divulgatore francese affronta il tema dell'Agente Universale Trasmutativo, degli elementi necessari al compimento della Grande Opera e della matematica sequenza delle operazioni richieste. Chiara appare l'evidenza che non si tratta di operazione di laboratorio, bensì di un'Opera che ogni uomo deve compiere nella propria fucina interiore. 

"La nostra opera è la conversione e la trasformazione di un essere in un altro essere, di una cosa in un'altra cosa, dalla debolezza alla forza, dal corporeo allo spirituale" (Nicolas Flamel)

La Tavola Alchemica coniuga due elementi, a nostro avviso, fondamentali: il logico rappresentativo e l'intuitivo immaginifico.
Il primo si estrinseca nel processionare ciclico, l'Opera è tale in quanto solamente chi possiede l'oro può fabbricare l'oro, da un punto iniziale, lungo un percorso trasmutativo, con la rappresentazione degli strumenti dell'Opera stessa. Ecco qui intervenire i sette momenti dell'Opera: Putrefazione, Calcinazione, Distillazione e Sublimazione, Soluzione, Coagulazione e Tintura o Manifestazione, e i tre stadi dell'Opera Magna, o Opere Minori: Nigredo, Albedo, Rubedo. Tale possente elencazione, tale meticolosa suddivisione, è una precisa rotta, un’utile comparazione, una serie di pietre miliari, lungo il percorso che l'iniziato deve intraprendere per giungere e cogliere il fine del suo agire. Queste dieci tappe rappresentano il fondamento e il perno delle operazioni, e l'utile glossario narrativo con cui condividere non il risultato del processo, ma il processo stesso a chi ha orecchie per intendere.
L'aspetto intuitivo immaginifico, in virtù del segreto incomunicabile che è rappresentato dall'esperienza diretta, si esprime attraverso la ricchezza artistica dei simboli e glifi alchemici inseriti nelle tavole. Rispondenti all'apparato mitologico, naturale, e spirituale dell'operatore, ed atti ad investirlo di una serie di informazioni non legate ad una logica binaria, ma oserei affermare multidimensionale, e capaci di solleticare oltre alla sfera logica, quella intuitiva e sottile. Ecco quindi l'apparire di simboli minerali, vegetali, astrologici, animali, o espressione di una sfera mitologica o al limite dell'orrido. Tutti legati e sorretti da un sottile filo di Arianna che è il procedere dell'Opera stessa.
L'ermetismo criptico dell'alchimia non è quindi tanto legato al linguaggio particolare che gli alchimisti stessi imponevano per avvolgere nel silenzio i loro segreti, del resto a ben vedere solamente uno sciocco o un ingenuo potrebbe pensare che la necessità di segreto abbiamo come risposta quella di dare alle stampe libri ricchi di bizzarri simboli, ed astruse iscrizioni. Quanto piuttosto l'incapacità dell'uomo moderno, e delle istituzioni formatrici, di impartire la giusta ed adeguata prospettiva di lettura e di pratica.

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