È con vivo piacere che presento i
diciotto Salmi di Salomone, e spero che la gioia che ho provato nella loro
traduzione, sia parimenti alla vostra nel leggerli.
Vorrei, come prima memoria di
questa introduzione, asserire che ho privilegiato, nelle varie traduzioni, il
senso raccolto nei Salmi, piuttosto che proporre una loro formale e meccanica
trasposizione nella lingua italiana. In ciò, senza ovviamente paragonarmi alla
sua persona, ho seguito l’insegnamento di San Girolamo[1],
che in merito alla sua opera di traduzione, dal greco e dall’ebraico, e
revisione della Vulgata ebbe, al cospetto delle critiche per la sua opera, a
dire:
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«Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre
i testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l'ordine delle parole è
un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso. Ho
come maestro di questo procedimento Cicerone, che tradusse il Protagora di
Platone, l'Economico di Senofonte e le due bellissime orazioni
che Eschine e Demostene scrissero l'uno contro l'altro […]. Anche Orazio poi,
uomo acuto e dotto, nell'Ars poetica dà questi stessi precetti al
traduttore colto: "Non ti curerai di rendere parola per parola, come un
traduttore fedele"»
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(Epistulae 57, 5, trad. R. Palla)
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Avendo ben presente l’intima
natura dei Salmi, di questi canti dell’anima, è evidentemente necessario
cercare di rendere, superando le barriere linguistiche e gli stilemi propri di
ogni cultura, il senso profondo di questa inflorescenza dell’intimo; di questa
ierofania di sentimenti ed emozioni che cesella un dialogo, sovente devoto e
sovente disperato, fra l’uomo e il proprio Dio. Potrebbe tutto ciò essere reso,
essere minimamente tratteggiato dalla fredda grammatica e dalla asettica
trasposizione di parola su parola? Certamente, a mio modesto parere, no!
Certamente abbiamo la necessità di individuare, nel nostro ricco museo di
termini ed espressioni, quel lessico adeguato a plasmare, prima, e, poi, a
render vivide le immagini raccolte negli angusti, ma incisivi, perimetri
dell’Inno.
Prima dell’ovvia conclusione rappresentata dalla
riproposizione nella nostra lingua dei Salmi di Salomone, focus principale del
presente lavoro, ho provveduto ad inserire un paragrafo che tratta degli altri
Inni che ho definito “perduti”, onde esaltarne ed enfatizzarne la natura
sovente misconosciuta. Questi sono rappresentati dal Salmo 151 che per oltre
1500 anni era inserito nel canone biblico cattolico romano, i cinque Salmi
della Pishitta (2) e alcuni Salmi del Mar
Morto(3). È
proprio per la natura misconosciuta al grande pubblico di questa raccolta dei
Salmi, che ho trovato consono chiamare questo libro “I SALMI PERDUTI”, i quali
sono in grado di offrirci, se letti con attenzione, non solo utili armoniche
spirituali per il nostro animo e la nostra mente, ma anche utili indicazioni
attorno alla vita sociale e, soprattutto, ai travagli storici dei figli di
Giobbe. Una storia che li ha visti vittime e carnefici, dominatori e schiavi; e
in mezzo a siffatti tumultuosi eventi, in questo i Salmi di Salomone sono
magistrale eco, unico elemento che li ha preservati dalla damnatio memoriae
sono stati proprio i Salmi e la loro intimistica natura.
Dettagli prodotto
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1 Sofronio Eusebio Girolamo (in latino: Sofronius Eusebius Hieronymus), noto come san Girolamo, san Gerolamo o san Geronimo, (Stridone, 347 – Betlemme, 30 settembre 419/420) è stato un biblista, traduttore, teologo e monaco cristiano romano. Conosciuto principalmente per il suo intenso lavoro di traduzione e revisione della Bibbia, a cui si deve la revision della Veuts Italia, una traduzione ex novo dalla lingua greca della Bibbia e una traduzione della Bibba da un testo in ebraico pre masoretico.
2 Il nome significa "traduzione
semplice" è una delle versioni siriache della Bibbia.
3 I rotoli del Mar Morto sono composti da circa 900 documenti,
compresi testi della Bibbia ebraica, scoperti tra il 1947 e il 1956 in undici
grotte dentro e intorno al uadi di Qumran, vicino alle rovine dell'antico
insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto.
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