Così Hans Jonas nel suo
libro “LO GNOSTICISMO” descrive questa forza che è la Gnosi: "l'evento umano individuale della
conoscenza pneumatica è l'inverso equivalente dell'evento precosmico universale dell'ignoranza divina, e nel suo effetto redentivo è
dello stesso ordine ontologico. L'attualizzazione della
conoscenza nella persona è nello stesso tempo un atto che si ripercuote nel
fondamento generale dell'essere."
La materia, lo spazio ed il tempo sono
illusioni accidentali, frutto dell’incapacità dell’uomo di percepire la verità
e l’orribile inganno del Demiurgo e degli Arconti. Cogliere la conoscenza
redentrice assume, all’interno del paradigma gnostico, al contempo valore di
singolarità e di evento escatologico. Singolarità perché essa è evento
eccezionale, che piega il procedere e l’organizzarsi del tempo e dello spazio
così come preposto dal Demiurgo e dagli Arconti. Evento escatologico in quanto il
destino ultimo dell’uomo gnostico coincide con il destino ultimo della
manifestazione.
In tal modo viene descritta la fine di
questa manifestazione in un testo ascrivibile alla scuola gnostica
alessandrina:
(7)..la materia sarà distrutta, oppure no? Il
Salvatore disse: “Tutte le nature, tutte le
formazioni, tutte le creazioni sussistono l’una nell’altra e l’una con l’altra,
e saranno nuovamente dissolte nelle proprie radici. Poiché
la natura della materia si dissolve soltanto nelle (radici) della sua natura.
Chi ha orecchie da intendere, intenda”. (Vangelo
di Maria)
È questa una profonda riflessione che sembrerebbe frutto di qualche
ardita filosofia orientale, ma che invece si è sviluppata nei primi secoli
dell’era cristiana nel bacino del mediterraneo; una visione che rimanda alla
creazione ipostatica[1] tanto
cara alle scuole cabalistiche più raffinate, le quali sono in profondo debito
con lo gnosticismo alessandrino. Inoltre suggerisce che per nature diverse
sussistano delle radici diverse, a sottolineare come in questa manifestazione,
e nelle altre suggerite, i vari attori e convenuti non trovino
generazione/creazione/emanazione da un comune Essere.
Riassumendo lo Gnosticismo, nelle sue varie articolazioni docetiche e
strutturali, propone una Gnosi che non è formale o dialettica o razionale, ma
che si pone come unico veicolo di redenzione e di salvezza. Essa è rivolta al
singolo uomo, e solamente attraverso la propria ricerca e le proprie qualità
spirituali può conseguirla. L’uomo che comprende in se la Conoscenza si pone
automaticamente oltre l'ordinamento delle leggi naturali, dei cicli del tempo,
dei pesi e delle misure che regolano e compongono l'universo espressione del
demiurgo, e a cui tutte le cose sono assoggettate[2].
Questa Gnosi non solo è particolare, come abbiamo visto, per gli effetti che
estrinseca, ma lo è anche per il processo gnoseologico che conduce ad essa. Il
quale si dipana da alcune considerazioni iniziali quali: la creazione è
malevola ed illusoria in quanto è espressione di un Dio Minore; l’uomo gnostico
trova punto di origine e punto di ritorno in un piano spirituale completamente
altro rispetto a questo piano manifestativo.
Sono questi gli elementi che caratterizzano quel particolare tipo di
Conoscenza incarnata nello gnosticismo, e che determinano l’assoluta divergenza
di questo movimento filosofico/misterico/spirituale da ogni altro fino a quel
momento apparso.
Le varie strutture gnostiche di oriente e di occidente hanno incarnato
in modo difforme questo insegnamento, ed in modo difforme lo hanno trasmesso ai
propri iniziati; esse si sono rivestite della forma di scuole filosofiche,
comunità iniziatiche e religioni assumendo i tratti caratteristici della
cultura in cui si andavano ad innestare.
Fra esse vi era chi proponeva una sorta di estasi filosofica, chi una
condizione di rifiuto per le regole sociali e morali, e chi ardite letture in
chiave magico sessuale delle scritture sapienziali del mondo antico. Erano però
tutte accomunate da una ricca mitologia che proponeva una narrazione ed una
lettura di non facile comprensione per colui che era profano alla peculiare
visione del mondo che lo gnosticismo incarnava.
È attraverso questa raffinata ed imponente simbologia, raccolta fra le
pieghe degli affreschi cosmogonici, che l’adepto sprofondava negli abissi della
densa carnalità e della caotica psiche, per riemergere fra le vette del puro
spirito.
A coloro che potrebbero obiettare che siffatta visione sia elitaria, riservata ad un nucleo di individui che dall'alta opinione di se stessi, mi permetto di offrire alcune riflessioni. La semplice osservazione della natura composita natura umana ci conduce a ritenere che non tutti gli uomini detengono eguale predisposizione verso il "sacro", al contempo non esiste una contrapposizione fra fede e conoscenza, essendo la prima (il credere in qualcosa di sovrumano) momento necessario ed indispensabile per il movimento di pura conoscenza di tale "oggetto". Al contempo coloro che sostengono la particolarità di tale rivelazione, tendono a dimenticare come all'interno della stessa narrazione canonica cattolica vi sia la presenza di molteplici "doni" dello Spirito Santo (terza persona che rappresenta il movimento del Logos, dall'Alto verso il Basso) riservati a pochi o a singolo individuo.
In estrema ed ultima analisi è possibile affermare che nello Gnosticismo Storico, la conoscenza rappresenta la "soluzione" all'eterna questione dell'uomo: "perchè il male, e perchè il sommo di tutti i mali: la morte". A cui le scuole alessandrine diedero come risposta non tanto la disubbidienza ad un precetto divino, quanto piuttosto il deterioramento della assoluto coscienza dell'essere, nella particolare (in)coscienza dell'ente.
La prima parte dell'articolo è visionabile a: http://ridotta.blogspot.com/2020/05/sul-tipo-di-conoscenza-gnostica-prima.html
[1] IPOSTASI (gr. ὑπόστασις, da ὑπό "sotto"
e ἵστημι "sto"). La sostanza di ciò che è inferiore, è infusa da ciò
che è Superiore.
[2] «egli (Demiurgo) volle prendere possesso (controllo) delle loro
facoltà di pensiero... Egli prese una decisione con le sue potenze: fecero
venire all'essere il Fato, e per mezzo di misura, periodi e tempi incatenarono
gli dèi dei cieli [pianeti e stelle], gli angeli, i demoni e gli uomini,
affinché tutto fosse posto sotto il suo legame ed esso [Fato] fosse il signore
sopra tutti loro: un piano diabolico e perverso!».
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