sabato 23 maggio 2020

SUL TIPO DI CONOSCENZA GNOSTICA (PRIMA PARTE)



Prima di introdurci lungo il sentiero dello studio del mito gnostico, è bene precisare e delimitare il messaggio che questi maestri, filosofi, mistici, visionari ed iniziati intendevano veicolare nelle loro arabescate e complesse cosmogonie.
Inizialmente è doveroso sottolineare come sia profondamente sbagliata l'odierna abitudine di considerare i termini "gnosi" e "gnosticismo" come sinonimo l’uno dell’altro. Oggi in molti, anche coloro che dovrebbero avere le idee chiare a tal proposito, tendono a considerare, o considerarsi, gnostici solamente perché antepongono la Conoscenza alla Fede quale viatico di salvezza dall’effimera condizione umana. Da cui discende che il concetto di gnostico è oggi dilatato oltre ogni suo naturale confine, e declinato a semplice aggettivo qualificativo. È quindi mio intendimento cercare di delimitare l’una e l’altro, gnosi e gnosticismo, in modo da poter comprendere l’intimo significato (la gnosi) che queste ricche mitologie custodivano ed offrivano ad un particolare tipo di uomo (lo gnostico).
Ovviamente possiamo affermare che ogni comunità spirituale, iniziatica e religiosa propugna una propria gnosi; ma non tutta la gnosi è raccolta nello gnosticismo, il quale sviluppa un viatico verso la Conoscenza che assume caratteristiche proprie, in guisa della prospettiva originale attraverso la quale lo gnostico si rapporta alla creazione ed al creatore.

Cercando quindi di dare un senso a cosa è lo gnosticismo, e di riflesso al tipo di gnosi che in esso è pregante, possiamo affermare come lo gnosticismo sia stato un movimento eterogeneo, formatosi e sviluppatosi, apparentemente, in seno all'Impero Romano nei primi tre secoli dell’era cristiana; la gnosi, che esso propone è la conoscenza dell'uomo, delle sue radici e della salvezza da questo mondo che è ritenuto ostile ed ingannatore in quanto creazione di una divinità minore e gelosa. La gnosi è innanzitutto “verità” attorno alla prigionia dell’uomo e successivamente forma e veicolo di salvezza, che permette all’uomo pneumatico di emanciparsi dal retaggio carnale e psichico a cui la divinità lo ha asservito.
Questa conoscenza non è intellettuale, non è frutto di riflessioni e neppure deriva dalla pratica nelle e per le cose di questo mondo, essa assume caratteristica di illuminazione profonda, liberatrice e salvatrice.
Riportiamo le parole di Valentino[1], maestro gnostico alessandrino, così come tramandateci da Ireneo di Lione[2] nella sua opera Adversus Haereseses.

«Non si deve compiere il mistero del potere ineffabile e invisibile per mezzo delle cose visibili e corruttibili della creazione, né quello degli esseri impensabili e immateriali per mezzo delle cose sensibili e corporee. La "salvezza perfetta" è la "conoscenza" stessa dell'ineffabile grandezza: perché essendo venuti attraverso l''Ignoranza', il 'Difetto' e la 'PassionÈ, tutto il sistema generato dall'Ignoranza è dissolto dalla conoscenza. Perciò la conoscenza è la salvezza dell'uomo interiore; e non è corporea, perché il corpo e corruttibile; non è psichica, perché anche l'anima è un prodotto del difetto ed è come un abitacolo per lo spirito: spirituale deve essere perciò anche la salvezza. Per mezzo della conoscenza l'uomo interiore, spirituale, è salvato; perciò "a noi è sufficiente la conoscenza dell'essere universale": questa è la vera salvezza» (Iren. I, 21, 4). 



In base a quanto sopra riportato possiamo proporre due riflessioni.

La prima è come lo gnostico ricerchi una propria via individuale, non trasmissibile e non universale attraverso il rifiuto delle convenzioni psicologiche, religiose e sociali in quanto ritenute corrotte e corruttrici. Ecco quindi l’impossibilità di trovare strumento nelle cose di questo mondo, per liberarsi da esse. È necessaria una presa di coscienza, la quale è l’unico mezzo atto a liberare l’uomo gnostico. Questo mondo è frutto dell’ignoranza, la quale è espressione di un Ente “Inferiore ed Estraneo” all’Essere[3] il quale è conoscenza pura. Ovviamente questa conoscenza, la Gnosi, non afferisce al corpo fisico e alla mente, i quali sono evidentemente prodotto delle forze di questo mondo e neppure all’anima, la quale è costretta fra Spirito e Materia, ma è espressione dell’Uomo Primordiale: di quanto affonda le proprie radici nella Plenitudine del Pleroma.
La seconda è che il tipo di conoscenza gnostica non è tanto un apporto, una conquista, una proprietà o un possesso da conseguire, ma una vera e propria forza che dissolve l'uomo duale, frutto della materia e della mente; quest’ultime, come mortifero fango, ricoprono e opprimono l'uomo interiore/spirituale figlio perduto di un Dio che è oltre e precedente il dio della creazione.


[1] Valentino (Floruit 135-165; Phrebonis, ... – ...) è stato un teologo, filosofo e predicatore egiziano di formazione filosofica greca ed orientale.
[2] Ireneo (Smirne, 130 – Lione, 202) è stato un vescovo e teologo romano. Avversario di ogni devianza dall’ortodossia della Chiesa di Roma, si è impegnato nella lotta contro ogni forma di eresia. «La tradizione degli apostoli, manifesta in tutto quanto il mondo, si mostra in ogni Chiesa a tutti coloro che vogliono vedere la verità e noi possiamo enumerare i vescovi stabiliti dagli Apostoli nelle Chiese e i loro successori fino a noi… (Gli Apostoli) vollero infatti che fossero assolutamente perfetti e irreprensibili in tutto coloro che lasciavano come successori, trasmettendo loro la propria missione di insegnamento. Se essi avessero capito correttamente, ne avrebbero ricavato grande profitto; se invece fossero falliti, ne avrebbero ricavato un danno grandissimo.» (Adversus haereses, III, 3,1: PG 7,848)
[3] Il Nous in alcuni sistemi gnostici.

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