Viene data notizia che l'ISIS
(questo ben strano gruppo terroristico che riesce a tenere in scacco gli
eserciti mediorientali, che usa jeep di fabbricazione giapponese, armamenti
americani e francesi, vende manufatti archeologici su ebay, e commercia in
occidente il petrolio estratto dai pozzi iracheni e siriani conquistati.) ha polverizzato uno dei principali templi
della città di Palmira: Baalshamin una
sorta di Mercurio.
Non voglio qui spendere una riga
sull'ovvio,e cioè che l'ISIS, può fare mettere a ferro e fuoco il medi
Medioriente e il Nord Africa, in quanto è comodo ed utile strumento per una
serie di potenze e gruppi di interessi che giocano a diverso livello, e con
diverse prospettive (Per Israele in funzione anti Siria, per la Turchia in
funzione anti Iran, per i sunniti contro gli sciiti, per gli Emirati del Golfo
contro l'Iran, per gli Usa contro la Russia, ecc... ecc..) e neppure mi
dilungherò su come poco basterebbe per spazzare via questa formazione che
comunque necessità di mezzi pesanti, di linee di rifornimento, e di basi
logistiche. Desidero piuttosto sottolineare come la distruzione di Baalshamin,
(a cui seguiranno altre) rientra sia nella logica dell'ISIS, sia in quella del
Nuovo Mondo che ci attende.
Per l'ISIS, anime estreme di
un'estrema religione, è la rimozione di un luogo di culto pagano, che infesta e
contagia la terra dell'ISLAM. Va quindi cancellato, rimosso, spazzato via, Per
il Nuovo Mondo che ci attende è una memoria del passato, un'Identità Storica
che non è funzionale all'uomo che verrà: egualmente livellato verso il basso,
eguale consumatore, eguale centro di bisogni e asservimento.
Ecco perchè presto vedremo altri
Baalshamin polverizzarsi. Certo sarà attribuita la colpa a questi rozzi,
incivili, e barbari taglia gole del deserto, ma ben sappiamo che coloro che
potrebbero fermare questo scempio sono gli stessi che li hanno armati. In
quanto tutto questo rientra nei loro progetti: un mondo nel caos, un uomo senza memoria. Dove pochi governeranno i molti.



Una spianata accoglie il viaggiatore, che si trova innanzi ad una realizzazione a gradoni, la cui sommità è occupata dal tempio, posto lungo una direttrice solstiziale. Il carattere Solare del sito archeologico, è altresì comprovato dai resti di dodici colonne, che reggevano gli architravi del Tempio, e oggi testimoniate da un'unica superstite. Tre scalinate si snodano alla vista di colui che è posto in posizione frontale al corpo del sito. La prima, in corrispondenza della porta del Tempio scende nelle viscere della terra, ricordando, per uno strano moto dell'animo, la discesa negli Inferi, le altre due sormontano l'ultimo gradone, portando nello spazio dove i sacerdoti svolgevano i pubblici riti. Tutta la struttura induce a ritenere che in occasione delle cerimonie, una grande folla si radunasse a tributare onore agli Dei, deputati a preservare la ciclicità del Tempo, e che libagioni accompagnassero i riti. Quanto sormonta le colonne, le incisioni sottostanti l'architrave, il pronaos, si manifesta come con soffitto a cassettoni, formato da forme rettangolari racchiuse l'una nell'altra, come a rappresentare un perenne glifo della dimensione umana (microcosmo), della natura (mesocosmo), e della dimensione ontologica (macrocosmo).
Si sbaglierebbe a credere che il Tempio, si sviluppi solamente in superficie, e che il paziente lavoro degli scalpellini si sia arrestato alla nuda roccia di tufo che dalla terra si staglia quasi a lambire il cielo. In quanto le sorprese sono riservate anche a chi ha la pazienza e la ventura ( nei giorni di pioggia tale luogo è impraticabile ) di visitare anche il sottosuolo. Dal piano in superficie, una non modesta gradinata ci conduce nel ventre della terra, dove abilmente è stata realizzata una stanza che si mostra su pianta che ricorda una croce dalle braccia eguali. Ufficialmente gli accademici, sono concordi nel considerare questa essere una tomba di qualche illustre personaggio ( sacerdote o potente regnante ), ma la storia non fornisce nessun indizio suffragante tale ipotesi. Non sono stati ritrovati resti, non vi sono altre camere funerarie poste ai lati, come da tradizione etrusca, e il viatico che conduce al luogo è ben visibile, e nessuna pietra è stata trovata ad ostruire in nessun modo l'ingresso. Ci troviamo quindi in quel luogo d'ombra dove ogni ipotesi è valida, ed un approccio monocorde deve cedere innanzi ad una visione omnicomprensiva, che tenga in debito conto l'aspetto storico, religioso e magico.
La forma della stanza, la posizione della stessa, perfetto sviluppo occulto del Tempio manifesto, portano a ritenere che più di una tomba, siamo in presenza di un luogo dove, lontano dagli occhi dei profani, venivano celebrati riti di iniziazione, così come in uso nella Grecia, e di cui tutta l'architettura del luogo serba evocativo ricordo. Quale luogo migliore se non quello posto in posizione intermedia fra il ventre della Terra, e il Cielo, dove il Tempio di superficie, con le sue dodici colonne, svolgeva funzione di enorme catalizzatore, se non la cripta sotterranea per abbandonare, durante la discesa, la vita comune, e risorgere alla luce solstiziale come nuovi uomini, conoscitori di quanto si cela nelle profondità dell'animo umano, e negli impervi e perigliosi meandri della mente ? L'unico interrogativo che si apre, all'uomo di conoscenza, non è tanto credere che questa fosse la funzione del Tempio, ma quanto il sapere quale tipologia di riti, di cerimonie venissero ivi svolte: se, a completamento di un'iniziazione manifesta e solare, ve ne fosse un'altra, complementare, lunare o dionisiaca, e personalmente propendo per questa seconda soluzione.









