È sostanzialmente su questi pregnanti ed evocativi passi - dove al cospetto di Gesù giunge un indemoniato e l’esorcismo ha così inizio - che trova fondamento la pratica dell’esorcismo all’interno del perimetro rituale della Chiesa Cattolica. Oltre al valore probatorio, questo racconto evangelico assume particolare importanza in quanto ci offre alcuni elementi che inquadrano i segni, gli effetti e la struttura dell’esorcismo. Essi possono essere così classificati:
1. Caratteristiche dell’indemoniato:
a) Vaga solitario per luoghi desolati e dedicati alla morte. Questi luoghi erano visitati dagli antichi ebrei solamente in particolari giorni e compiendo una serie di piccoli rituali, fra cui la deposizione di una pietra sul sepolcro. L’agire dell’uomo, il suo compiere atti sacrileghi, è un chiaro indizio di possessione.
b) Rompendo le catene e i ceppi dimostra una forza sovrumana. E’ anch’essa una chiara prova di possessione: Una dimostrazione di forza eccessiva (l’energumeno).
c) È l’indemoniato che va incontro a Gesù e lo riconosce come figlio di Dio. È questa una chiara prova di possessione: Conoscere cose occulte o segrete.
d) L’indemoniato compie atti lesivi della propria integrità fisica. E’ questo un ulteriore indizio di possessione.
2. La psicologia e la necessità del demonio:
a) iniziale atteggiamento di sfida, che si manifesta nel suo cercare Gesù.
b) la supplica, il dimostrarsi umile e sofferente, affinché non sia scacciato dal corpo dell’uomo.
c) la necessità di un altro corpo dove installarsi.
3. L’esorcismo schema:
a) Reiterata richiesta imperativa di lasciare il corpo del posseduto.
b) Richiesta di conoscere il nome del Demonio. Su questo punto è interessante la riflessione conseguente: se è vero che il demonio conosceva il nome e la natura di Gesù, è altrettanto vero che Gesù non conosceva il nome del demonio. Da cui discende che Gesù, in quanto uomo, non era onnisciente (tale qualità/potere è una prerogativa divina).
c) Il nome del demonio è “Legione”. Questo ad indicare una molteplicità di spiriti impegnati nella possessione del corpo; infatti una possessione può anche non essere frutto dell’azione di un unico demone, ma avvenire attraverso una compartecipazione di più agenti di prevaricazione.
d) I demoni, quando sono scacciati, giungono a possedere un branco di porci (i quali nella tradizione biblica sono ritenuti animali altamente impuri). Tale accadimento vuole anche sottolineare come il momento della “liberazione” rappresenti al contempo una vittoria, ma anche un potenziale pericolo: il demonio cercherà immediatamente un nuovo corpo dove installarsi e perpetuare a questo modo la sua azione di sovversione (o in altra visione essendo ente che necessita di energie vitali, per insistere su questo piano, cercherà un altro essere vivente da parassitare). Volendo scendere in maggior dettaglio e profondità di analisi si rivela come sia necessaria l’esistenza di un simulacro (qui inteso come parvenza di un corpo da possedere) al fine di imprigionare in esso il demone o i demoni e poi procedere alla distruzione del medesimo. Questa pratica è presente, come vedremo, nell’esorcismo tibetano. Vi sono delle pratiche di esorcismo che prevedono l’utilizzo di uno specchio posto davanti all’indemoniato, in modo tale che al momento della “liberazione” il demone confuso si slanci verso lo specchio pensando di possedere un nuovo corpo. Lo specchio consacrato sarà così porta per ricacciare il demone nell’inferno (o piano dimensionale di provenienza).