giovedì 11 febbraio 2021

Il Demone Meridiano e il Salmo 90/91


 Durante lo studio preparatorio del mio libro sui Salmi, ovviamente  profonda attenzione è stata dedicata al Salmo 90(91). Molti sono a conoscenza, e nel libro ne tratto ampiamente, di come questo “CANTO” sia destinato ad operazioni volte a combattere la nefasta “presenza” del maligno, ad allontanare incombenti disgrazie e trova (il salmo) perfino centrale funzione in complicati e complessi rituali teurgici. Del resto della sua valenza magica troviamo menzione in antichissimi codici, in scritti di rabbini ed in grimori medioevali. 

Mi si permetta una riflessione, dal sapore di sale su di una ferita aperta, molti hanno la tendenza a pensare ed immaginare la propria vita “attenzionata” da chissà quali esseri diabolici, da agenti di prevaricazione, da formidabili avversari. Sono così intenti a guardare continuamente le ombre e a ricercare possenti avversari da non vedere il piccolo sasso su cui presto inciamperanno. Si fa presto a dire “diavolo”, si è meno pronti a vedere e a riconoscere quei comportamenti suggeriti dalla nostra cattiva coscienza e pessima volontà atti a annullare, ritardare o sopprimere ogni nostro impegno e dovere.

Evagrio Pontico (i Ibora, 345 – Egitto, 399: che è stato un monaco cristiano, scrittore e asceta greco antico) aveva ben chiaro che il peggior avversario che l’uomo deve combattere è l’uomo stesso, e la formidabile arma capace di sgretolare qualsiasi difesa è l’accidia. L’accidia non è esattamente la pigrizia, quanto piuttosto la NEGLIGENZA nell’assolvere gli impegni (liberamente) presi lungo la via della sacro, oppure (in ambito laico) l’avversione all'operare, associata all'idea di tedio oltre che a quella di neghittosità (inerzia).   

Insomma in altri e semplici termini, è quella inclinazione che induce surrettiziamente a trovare scuse e rimandi per non adempiere i compiti a noi destinati. A pretendere che siano altri a stimolarci e adempiere quanto dovrebbe essere il nostro lavoro. L’uomo è sempre con la mano tesa, ma una mano vuota è pur sempre una mano inutile: incapace di lavorare, di stringere, di combattere e di afferrare. 

Orbene Evagrio suggerisce di impegnare il Salmo 90/91 proprio contro il “demone dell’accidia”, il quale è reputato come il sommo antagonista del monaco. Ed indubbiamente ciò è vero. Che significato ha, o avrebbe, l’essere monaco/iniziato/ecc.. qualora con mille scuse non si “operi” con costanza e determinazione? Nessun significato, solamente l’ennesimo formalismo dietro cui nasconderci e gonfiare il nostro piccolo ego dolorante e stordirci con la filastrocca: IO SONO PERCHE’ IO DICO DI ESSERE (o peggio ho un pezzo di carta o un saio)

Evagrio Pontico offre circa questo pericolo nel suo Praktikós: «Il demonio dell'accidia, chiamato anche" demonio del mezzogiorno", e il piu cattivo di tutti i demonio Attacca il monaco verso l' ora quarta ed assedia la sua anima fino all' ora ottava. Al principio, fa si che sembri che il sole avanzi lentamente e perfino che stia immobile, tanto che sembra che il giorno abbia cinquanta ore. Successivamente, il demonio spinge il monaco a guardare piu volte la finestra o l'entrata della sua cella, fino ad uscire per verificare quanto tempo manca al tramonto del sole e per vedere  qua e la se qualcuno dei suoi confratelli si comporta male»