lunedì 12 luglio 2021

Chiapporato il borgo fantasma (i luoghi della memoria)

 

11 Luglio 2021


Sono giunto a Chiapporato (856 metri sul livello del mare) disabitato - ma non troppo - borgo del comune montano di Camugnano (BO), le cui coordinate sono: 44,09447° N e 11,06755° E. Il gruppuscolo di case si trova sulle pendici del monte Calvi, al confine fra Emilia Romagna e Toscana. Completamente immerso nei suggestivi panorami appenninici, è possibile raggiungerlo da almeno quattro percorsi.

Provenendo dall'eremo del viandante - oggi abbandonato -la mia discesa verso Chiapporato si è svolta sul sentiero CAI 21/A.  Essendo il dislivello, fra il mio punto di partenza e quello di arrivo, di circa 300 metri e il percorso di una ragionevole estensione, ho trovato una pendenza - specie nell'immancabile risalite - decisamente significativa. Alcuni passi sono particolarmente insidiosi, causa il ghiaisco che copre alcuni tratti del sentiero e le foglie morte che si sono accumulate nei tratti maggiormente tortuosi.

Storia

Abitato fino al 2013 da solo due persone, madre e figlia, che vivevano con l'allevamento di conigli, pecore e galline, le uniche rimaste di una famiglia di pastori. Il 4 marzo 2014 il Resto del Carlino riporta la notizia della scomparsa a 88 anni di Zelia Guidoni, "unica abitante del borgo di Chiapporato". Successivamente la figlia si trasferì nel vicino paese di Castiglione dei Pepoli, lasciando così il borgo disabitato. (fonte wikipedia) 

All'interno di un'abitazione, oltre ad un giornale del 1988, ho trovato il calendario appeso dell'anno 2013, a testimonianza dell'ultimo abitante del borghetto.  Se quella fino adesso riportata è la storia asciutta di Chiapporato, vorrei adesso offrire alcune note capaci di condurci ai confini della realtà. La nostra storia ha inizio con un pastore, un uomo di montagna, che amava leggere libri di avventura. Fra tutti questi libri prediligeva "i tre moschettieri" (Les trois mousquetaires)  scritto dal francese Alexandre Dumas. Al momento della nascita del figlio - indeciso se chiamarlo Athos, Porthos e Aramis - optò per Adumas: in quanto quel misero puntino che separava l'iniziale del nome dal cognome dell'autore, era di ben misera importanza. Adumas conobbe Zelia, si sposarono ed ebbero una figlia. Dovendo andare a registrarla all'anagrafe di Castiglion dei Pepoli, su di un giornale lesse la storia del caso "Montesi" e decise che sua figlia dovesse chiamarsi Vilma. La vita di Adumas ebbe termine in una notte di tempesta e neve: quando dovendo raccogliere le bestie, trovò la morte per congelamento. Ma la nostra storia non finisce qui, anzi forse inizia adesso. Francesco Guccini giunge al paese di Chiapparoto e visitandone il cimitero rimane colpito dal nome di Adumas. Decide, assieme al giallista Loriano Macchiavelli di realizzare un romanzo - sospeso fra fantasia e realtà - dal nome Malastagione e di cui riporto alcuni passaggi: "Nel bosco di castagni che domina Casedisopra, minuscolo paese dell’Appennino tosco-emiliano, il vecchio Adùmas se ne sta appostato in attesa della preda, quando poco lontano spunta una bestia come non ne ha mai viste: un cinghiale con un piede umano tra le fauci. I paesani, convinti che il vecchio abbia alzato troppo il gomito, sono subito pronti a schernirlo… Tutti, tranne Marco Gherardini, detto Poiana, ispettore della forestale, che nonostante la giovane età sa bene quanti segreti possa nascondere la terra scura sotto i castagni. E poiché anche un forestale può occuparsi di delitti, quando il crimine si fa largo nei suoi territori, Poiana comincia a indagare attorno al caso del cadavere privo di un piede che forse giace in mezzo al bosco. Ma gli tocca scoprire subito che le relazioni e gli affari tra i notabili del luogo creano un groviglio di interessi più pericoloso e inestricabile di un roveto. E l’incendio che divampa nel castagneto sembra provocato ad arte per cancellare tracce importanti…"

Ed io? Nel finire di una domenica di giugno, trovandomi a camminare per i saliscendi del Monte Calvi e la Croce di Geppe, incontro un'escursionista amante della storia del luogo. Mi narra di una casa che dovrei aver trovato lungo il sentiero, di come questa sia stata recentemente acquistata da un impresario e che fosse appartenuta ad un certo Adumas. La storia mi colpisce, come tutte le storie che mi sono raccontate, e ringraziando torno sul mio sentiero. Qualche settimana dopo decido di scendere a Chiapporato e senza saperlo mi imbatto nella memoria di Adumas e della sua discendenza. Tutto acquista senso compiuto. La vita è come un anello montano, con fatica e sofferenza ti riconduce all'inizio del tuo pellegrinare e se sarai abbastanza attento troverai modo di ricomporre quel mosaico della tua e dell'altrui esistenza.







Sicuramente di enorme fascino, testimonianza di una presenza umana oggi ritirata, il borghetto presenta alcuni spunti di interesse quali: il forno del paesetto, una stufa in ghisa all'interno di un'abitazione e la chiesetta con annesso cimitero - abbandonato - annesso. La Chiesetta è stata restaurata nel 2005 e la canonica - anch'essa restaurata - è stata "occupata" o "abitata" se preferite da un simpatico quartetto di ragazzi francesi ed italiani.


Come giungere a Chiapporato: 

Chiapporato è un piccolo borgo fantasma nel comune di Camugnano. Si raggiunte, con tanta pazienza, tramite questi quattro percorsi:


1) dal Lago di Suviana, tramite il percorso praticabilissimo che si snoda da Stagno

2) dal Monte Calvi (sconsigliato) esiste una mulattiera difficilmente percorribile

3) da Fossato (comune di Vernio) sentiero CAI 21/A

4) dall'Eremo del Viandate (sentiero CAI 21/A) dislivello robusto, consigliate scarpe ed attrezzatura adeguata.


Appendice:

Intervista a Vilma Marchetti