lunedì 30 novembre 2020

Brevi riflessioni su Steiner, il concetto di anima e vaccini

Non sono certamente sorpreso da alcuni veementi commenti allo stralcio della conferenza di Steiner (Rudolf Steiner e i vaccini: In futuro sarà eliminata l'anima attraverso la medicina).   Questi, mi si permetta di definirli bonariamente frettolosi, si suddividono in due categorie.

La prima, che mostra una certa ingenua sensibilità rispetto alle cose dello spirito, sottolinea come non sia possibile per un qualcosa creato dall’uomo (il vaccino) rimuovere qualcosa che proviene da un piano superiore a questo (l’anima). Dimenticandosi di due questioni fondamentali. La prima risiede in una delle “molteplici imperfezioni” della comunicazione: i concetti legati alle parole (il concetto precede la parola). Da cui discende che abbiamo significati diversi (in base alla comprensione, all’istruzione, al contesto, al tempo e al luogo) a identiche parole.  Nello specifico prendiamo l’anima. Per prima cosa l’anima, e anche la grafia della parola dovrebbe suggerirlo non è lo spirito, è legata all’individualità della persona. Le scuole filosofiche dell’antica Grecia forniscono accezioni diverse ad essa, così come le tradizioni esoteriche. Incidentalmente vorrei portare all’attenzione come la parola anima, che noi utilizziamo, la troviamo nella filosofia classica sia come ànemos («soffio», «vento») e sia come psyché. Nel primo caso abbiamo un’accezione squisitamente “vitale” il soffio che conferisce la vita alla materia prima inanimata e il soffio che abbandona la materia rendendola inanimata. Nel secondo caso (psyché) viene conferito un significato legato all’interiorità o individualità dell’uomo. Già qui abbiamo una scelta da fare, per dare senso al nostro comunicare.

Dobbiamo a Socrate, che fu maestro di Platone, l’introduzione di questo concetto e va ricordato come egli non si pronunciasse affatto in merito alla morte o all’immortalità (cosa assai diversa da eternità) della medesima. Per Socrate tutti i mali dell’uomo debbono essere curati attraverso un’azione integrale sull’insieme delle componenti dell’uomo stesso e ciò include l’anima (psyché) e per coloro che conoscono l’opera di Steiner questo è un punto fondamentale. Platone sviluppa ulteriormente il concetto di “anima” (il significante da attribuire a questa parola) nel suo scritto il “Fredo”.

«Si raffiguri l'anima come la potenza d'insieme di una pariglia alata e di un auriga. Ora tutti i corsieri degli dèi e i loro aurighi sono buoni e di buona razza, ma quelli degli altri esseri sono un po' sì e un po' no. Innanzitutto, per noi uomini, l'auriga conduce la pariglia; poi dei due corsieri uno è nobile e buono, e di buona razza, mentre l'altro è tutto il contrario ed è di razza opposta. Di qui consegue che, nel nostro caso, il compito di tal guida è davvero difficile e penoso.» (Platone, Fedro, 246 a-b).

Abbiamo quindi una parte intellettiva, una nobile o spirituale e una passionale o concupiscente (logistikò/ (thymoeidès /epithymetikòn). Similare la posizione di Aristotele e la sua tripartizione in anima vegetativa (o fisiologica), in anima sensitiva (movimento e percezione) e anima intellettiva (o razionale).

Inoltre rimando al mito della creazione dell’anima nello gnosticismo storico (scuola barbelotiana) dove quest’ultima non rappresenta un soffio vitale (il quanto il simulacro di Adamo – adamo terrestre – già strisciava e quindi era dotato di quel soffio vitale che è discrimine fra la materia vivente e la materia inanimata), ma un’infusione da parte degli Arconti plasmata con i sette metalli (le sette passioni) atta ad inebriare lo Spirito– e il suo è un movimento che da vita al tempo e allo spazio – caduto su questo piano. Per alcune scuole, a noi più prossime negli anni, abbiamo come l’uomo possieda solamente un’anima lunare e che in forza del lavoro interiore – quando posto in essere, ovviamente – si trasforma in un corpo solare. Potrei continuare a lungo, ma credo che ciò sia sufficiente a dimostrare che certi termini sono da maneggiare con estrema attenzione e incidentalmente Steiner era laureato in filosofia (neppure tanto scarso visto che ancora studente collaborò con Joseph Kürschner ad una nuova edizione critica delle opere di Goethe).

All’osservazione, la seconda questione di cui sopra, di come l’uomo potrebbe “distruggere” qualcosa che non ha creato lui medesimo o che proviene da un piano superiore, mi si permetta due osservazioni. L’uomo può distruggere su questo piano il tangibile e l’intangibile, in quanto entrambe si connaturano alle forme di questo piano. Inoltre bisognerebbe riflettere sue tre concetti quali il naturale, il preternaturale e il soprannaturale, ma qui il discorso si farebbe tedioso, e non vorrei spingermi troppo oltre ai limiti evidenti. Mi preme quindi, riassumendo, a sottolineare che si fa presto a bocca e battersi il petto con la parola “anima”, bisognerebbe forse avere riguardo di interrogarsi cosa mia essa sia realmente e se il significato che le diamo sia condiviso dall’interlocutore. Steiner, come detto in precedenza, era laureato in filosofia (ricevette anche il dottorato) quindi una certa cognizione di causa l’aveva su certi termini, inoltre – e questo andrebbe ricordato – propugnava una visione composita ed articolata della costituzione dell’uomo, la quale era immersa ina una prospettiva, oserei dire manichea, di lotta fra un principio di luce e un principio di avversione. 

Veniamo al secondo insieme di obiezioni, che io definirei quelle dei prevenuti. Il testo proposto è stato tradotto direttamente dalla mia persona, in quanto avevo ravvisato nelle precedenti trasposizioni nella lingua italiana alcune manchevolezze. Tipo nel testo troviamo l’espressione “arymanique force” ed è stata sovente tradotto come “forza manichea”, ora chi ha la minima dimestichezza con quello di cui tratta Steiner e con la filosofia non potrà che sorprendersi dall’errore. Arymanique si traduce con Heimarménica che indica il meccanico agire della natura e del destino e delle forze sociali alfine di mantenere l’uomo nel suo stato di inconsapevolezza (termine che ritroviamo nello gnosticismo storico), mentre manicheo indica una specifica religione e oggi grossolanamente un modo dualistico – bianco e nero – di percepire le cose. Ma i due termini non sono certamente sovrapponibili. Per questo ho inserito il testo in inglese nel mio articolo, in modo che fosse possibile un immediato riscontro.

Venendo allo specifico Steiner recita: “To materialistic doctors, will be entrusted the task of removing the soul of humanity”. Da cui la traduzione: “Ai (to indica un divenire, un’azione) medici materialisti, sarà affidato il compito di rimuovere l'anima dell'umanità”.

Da cui - ma credo che anche un bimbo delle elementari potrebbe capirlo - Steiner parla non della globalità dei medici, ma di quei medici materialisti. Chi sono i medici materialisti? Coloro che - consapevolmente o inconsapevolmente – sono rivolti solamente alla cura di quanto è materiale, di quanto è espressione naturale, tralasciando una visione integrale della composita struttura dell’essere umano. Questo rientra appieno nella prospettiva evolutiva/involutiva che Steiner traccia per l’essere umano. Il quale è sottoposto alla pressante azione, diretta ed indiretta, da parte degli Influssi luciferici, arimanici, asurici. Forze che agiscono in tempi diversi e con modi diversi sull’uomo. Leggiamo da una sua conferenza in merito: ”Oggi noi ci stiamo avvicinando ad un’epoca in cui altre entità si accosteranno all’uomo, entità che sempre più si insinueranno nel futuro dell’uomo, si intrometteranno nell’evoluzione umana. Proprio come gli spiriti luciferici sono intervenuti nell’epoca lemurica e gli spiriti arimanici nell’epoca atlantica, proprio così a poco a poco anche nella nostra epoca interverranno nuove entità. Rendiamoci ben chiaramente conto quali saranno queste entità. Di quelle entità che sono intervenute nell’epoca lemurica, abbiamo dovuto dire che esse si sono stabilite nel corpo astrale dell’uomo, che hanno fatto scendere nella sfera terrestre i suoi interessi, i suoi impulsi, le sue brame. Per essere più esatti, dove si sono stabilite le entità luciferiche?”

Ecco in questo quadro, di lotta per l’uomo, va inserito lo scritto di sopra. Il quale non è un’avversione contro i medici, ma contro coloro che professano e praticano una medicina materiale e di massa. E non è neppure contro i vaccini, ma si paventa il rischio che vi sarà un vaccino atto ad indebolire alcuni parti della composita struttura umana.

Eppure non è molto complicato, basterebbe un poco di attenzione, non rispondere come molle o come burattini, e riflettere un attimo. 

Nessun commento:

Posta un commento