domenica 23 maggio 2021

LA PENTECOSTE

 


Veni, Sancte Spíritus, et emítte cǽlitus lucis tuæ rádium.”

Carissimi Amici e Amati Fratelli,
fra tutte le celebrazioni cristiane – le quali ricordo essere forme che raccolgono un simbolismo e una sostanza che travalica nel tempo e nello spazio la piana narrazione religiosa – quella della Pentecoste è a noi la più cara e significativa. E’ essa la più cara in quanto tramanda l'effusione dello Spirito Santo dei doni sapienziali, teurgici e terapeutici negli apostoli, in coloro che hanno vissuto e testimoniato l’insegnamento in una militante vocazione: tutto hanno abbandonato e tutto hanno sacrificato per portare la parola e quanto, ben oltre l’apparire, ivi custodito. Essa, la Pentecoste, è per noi significativa in quanto costituisce la genesi di un potere, o meglio di un novero di poteri, che infonde sostanza al cristianesimo stesso, il quale – altrimenti – altro non sarebbe che un insegnamento morale in larga parte desueto e vetusto. Per quanto concerne i nostri perimetri e la nostra prospettiva, essa ci ricorda che ogni cristiano – da non confondere questo termine con cattolico – può in ogni momento e senza intercessione alcuna di casta sacerdotale ricevere questi doni particolari. Ciò accade In forza della sua aderenza spirituale alla fonte prima; in forza del suo effettivo agire e del suo retto operare. Essa al contempo ci ricorda quella mistica unione (la catabasi dello Spirito e l’anabasi dell’Anima) tramandataci nel Nymphôn. Il Nymphôn era un sacramento gnostico, attraverso il quale l'anima dell'adepto veniva "sposata" nella camera nuziale celeste con un eone del Pleroma. In questo modo essa veniva guidata e condotta nel superamento delle insidie degli Arconti, e liberata quindi dal loro potere esercitato tramite i sensi del corpo. Possiamo sicuramente immaginare che tale pratica avvenisse all'interno di una complessa cerimonia simbolica e rituale, e fosse riservata a quei discepoli avanzati nei segreti della gnosi.
Ancora la Pentecoste ci impone di ricordare come il nostro perimetro sarebbe solamente un simulacro psichico, qualora in esso assente fosse la centralità del CULTO DIVINO e della discesa del fuoco spirituale rappresentato dal fuoco spirituale. Ecco perché in questo giorno particolare vi invito a meditare, in solitudine di animo, sulla congruità di voi stessi rispetto al sentiero intrapreso; a meditare sulla vostra reale comprensione dei pesi e delle misure che lo animano. I doni arriveranno non per tutti, ma per coloro che saranno raccolti con veri fratelli nell’attesa, nella preghiera, nella meditazione e all’ombra della riconciliazione.

Nuova Diodati: Atti 2,1-11 La discesa dello Spirito Santo 1 Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. 2 E all'improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. 3 E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. 4 Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. 5 Or a Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo. 6 Quando si fece quel suono, la folla si radunò e fu confusa, perché ciascuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua. 7 E tutti stupivano e si meravigliavano, e si dicevano l'un l'altro: «Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano? 8 Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua natìa? 9 Noi Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, 10 della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia che è di fronte a Cirene e noi residenti di passaggio da Roma, Giudei e proseliti, 11 Cretesi ed Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue!».

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