mercoledì 22 maggio 2013

Dominique Venner, Onore e Memoria

"Ci vorrà certamente un gesto nuovo, spettacolare e simbolico per scuotere la sonnolenza, scrollare le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini"

Dominique Venner




Mi rammarico come questo gesto di rinuncia alla vita, viene già etichettato come follia, o estremismo, non comprendo la natura ideale e simbolica di cui è espressione.  Dominique Venner ha semplicemente deciso che non voleva più vivere in una Francia che anno dopo anno, legge dopo legge, ha rinunciato alla propria anima, ha reciso ogni legame con la propria storia e tradizione, è stata ridotta ad un involucro vuoto dove oligarchie di burocrati, politici e bancari banchettano con la carne del popolo. Il fanatico è colui che uccide gli altri, e talvolta se stesso, per la propria idea; l’idealista sacrifica se stesso per l’amore dell’Idea Superiore che in lui si incarna e lo anima.
E' possibile attendersi giudizi e commenti, non dico positivi ma almeno imparziali attorno a questa vicenda umana, in un mondo europeo dove i giornalisti sono asserviti agli interessi del proprio editore, dove la loro libertà ha inizio e fine con la firma apposta sulla busta paga, dove ogni dissenso alle logiche imperanti (Europa, Globalizzazione, Diritti senza Doveri, Relativismo Culturale e Morale) sono giudicati come espressione di folli, radicali o integralisti ? Quasi come se questi pochi decenni fossero da un lato l'unità di misura su cui costruire il futuro, e dall'altra la lente su cui interpretare il passato come erroneo ed oscurantista. E se vi fosse un errore ? E se i veri pazzi e folli fossero proprio queste persone che oggi gridano al razzismo, al revisionismo, all'estremismo, senza voler minimamente rendersi conto che in natura ogni volta che un elemento esterno penetra in un organismo questi si  impegna a debellarlo, e che questi cambiamenti non sono espressione del mutamento di un popolo, ma bensì indotti da quel flagello che è l’economia globalizzata. In una Europa sempre più priva di identità, dove i cittadini sono stati ridotti a semplici macchine da consumo, dove ogni elemento identitario è stato rimosso, un uomo che consacra la propria vita, fino all'estrema conseguenza, ad un'Ideale non può che essere visto come sovversivo, pericoloso e folle dai servi del potere. In quanto quest'uomo richiama un concetto sedizioso: sono le comune radici che legano gli uomini, e non l'economia.

Onere e memoria a Dominique Venner.

Di seguito la sua ultima lettera:


ULTIMA LETTERA DI DOMINIQUE VENNER, MORTO SUICIDA OGGI NELLA CATTEDRALE DI NOTRE DAME:

"Perché mi do la morte
Sono sano di spirito e di corpo e sono innamorato di mia moglie e dei miei figli.
Amo la vita e non attendo nulla nell'al di là, se non il perpetrarsi della mia razza e del mio spirito.
Cionondimeno, al crepuscolo di questa vita, di fronte agli immensi pericoli per la mia patria francese ed europea, sento il dovere di agire finché ne ho la forza; ritengo necessario sacrificarmi per rompere la letargia che ci sopraffà.
Offro quel che rimane della mia vita nell'intenzione di una protesta e di una fondazione.
Scelgo un luogo altamente simbolico, la cattedrale Notre Dame de Paris che rispetto ed ammiro, che fu edificata dal genio dei miei antenati su dei luoghi di culto più antichi che richiamano le nostre origini immemoriali.
Quando tanti uomini vivono da schiavi, il mio gesto incarna un'etica della volontà.
Mi do la morte al fine di risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell'anima e contro gli invadenti desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà plurimillenara.
Così come difendo l'identità di tutti i popoli presso di loro, insorgo contro il crimine consumato nel rimpiazzo della nostra popolazione.
Essendo impossibile liberare il discorso dominante dalle sue ambiguità tossiche, appartiene agli Europei di trarre le conseguenze.
Non possedendo noi una religione identitaria cui ancorarci, abbiamo in condivisone, fin da Omero, una nostra propria memoria, deposito di tutti i valori sui quali rifondare la nostra futura rinascita in rottura con la metafisica dell'illimitato, sorgente nefasta di tutte le derive moderne.
Domando anticipatamente perdono a tutti coloro che la mia morte farà soffrrie, innanzitutto a mia moglie, ai miei figli e ai miei nipoti, così come ai miei amici fedeli.
Ma, una volta svanito lo choc del dolore, non dubito che gli uni e gli altri comprenderanno il senso del mio gesto e che trascenderanno la loro pena nella fierezza.
Spero che si organizzino per durare. Troveranno nei miei scritti recenti la prefigurazione e la spiegazione del mio gesto."

Dominique Venner

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