domenica 31 maggio 2020

"Corre di più uno zoppo, di chi non ha voglia"


“L'uomo che può, agisce; l'uomo che non può, insegna.”
GEORGE BERNARD SHAW

26 dicembre 2019, ricordo ancora quell'escursione sui Monti Pisani. Un anello non molto impegnativo -  da “Prato a Ceragiola” (Buti) al monastero di San Michele alla verruca – immerso nei paesaggi del subappennino toscano. 

Di buona mattina - durante la fase iniziale dell'escursione - incontrai un altro viandante e, come si usa fra solitari, ci salutiamo e proseguiamo nei nostri opponenti tracciati: lui prese a monte e io declinai a valle dell'anello 00. Le silenti ore erano trascorse, quando, per magica sincronia, ci ritrovammo esattamente, lo scarto era minimo, nel luogo del primo saluto. Il fato, il caso esiste solamente per lo stolto, così aveva preordinato e adeguandoci ad esso decidemmo di donarci- vuoi per tirare il fiato  e vuoi per il gusto di farlo fra uomini liberi dalla tirannia del tempo – compagnia e impressioni di escursioni passate.

Sorridente, e in quella confidenza che si usa fra sconosciuti, mi pose il suo bastone da montagna: un legno modellato nell'altezza e nella forma a lui utili. Su di esso vi erano incise, si era premunito di dirmi, delle massime che aveva tratto dalla vita montana. Una, fra le molte, mi ha porto raccontandomi l'aneddoto raccolto oltre quelle scarne parole.

Un giorno ero in montagna, con due miei cari amici che fra loro non si conoscevano. Il primo era una persona con una gamba "strusciata" (che per i non toscani, mi spiace per voi, significa offesa, zoppa), e quando camminava mandava i piedi a "farciola" (il movimento dei piedi che disegna lo spicchio della falce). L'altro mio amico, un uomo di città poco avvezzo a sudare, vedendolo camminare, lo apostrofò dicendogli: "Oh ma dove credi di andare? siamo in montagna". L'altro per niente scomposto o sofferente rispose: "corre più uno zoppo, di chi non ha voglia".



Ringrazio il fato per questo insegnamento, che prontamente rivolgo a tutti coloro che passivi, inerti e mormoranti si lamentano (pingui del loro ego e della loro carne) di non aver mai incontrato il maestro, di non aver mai avuto occasione per porsi alla prova. Purtroppo senza fatica, senza donarci occasioni di misura, niente otterremo. Così agendo vivremo nell'attesa dell’elemosina altrui, racchiusi fra le nostre frustrazioni, i nostri patemi e le nostre speranze: nessun viaggio, ivi compreso quello dell’anima, ha mai avuto inizio e fine al chiuso di una stanza. Ecco quindi l’estrema necessità di uscire dalla nostra confortevole dimensione sociale, dalle ipocrite cortesie e dalla compagnia di deboli e pavidi. E' impellente valutare noi stessi lungo la prova e porre un passo davanti all’altro: solo così sarà possibile conquistare la vetta. Ma tutto ciò è condizionato dall'abbattere la nostra cattiva volontà, dal non prestare ascolto alla cantilena della mente e a vincere ogni resistenza. 

"Corre di più uno zoppo, di chi non ha voglia"

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